Buona la base, possono puntare ancora più in alto
Si dice che Icaro, per scappare dal labirinto in cui era stato rinchiuso da Minosse, avesse costruito delle ali con delle penne attaccate tra loro con la cera. Incurante dell’avvertimento del padre, Dedalo, e preso dall’euforia del volo, si avvicinò troppo al sole, la cera si sciolse e i sogni di Icaro con lei. Gli aneddoti mitologici sono sempre ottime basi per riflessioni più ampie, e già sapete dove voglio andare a parare: bisogna prima avere una buona consapevolezza di sè e poi spiccare il volo. Gli Agatophobia, in fondo, non esagerano e non vanno oltre le loro possibilità. Bella e intensa la voce di Nico Montagnani, influenze musicali tutte valide, ricordano i primi Afterhours e lo stile dei Verdena pur mantenendo una certa loro identità. Il suono va dal rock alternativo italiano, all’hard rock internazionale, passando per il punk anni ’90 e pure un po’ di metal, senza dimenticare i momenti di calma. “I Giardini di Mirò” è forse il brano migliore e merita una menzione a parte: alterna cantato e parlato, cita il titolo dell’album suggellando l’attitudine degli Agatophobia – ed è incantevole avere ali solide – e chiude con un momento riflessivo dove dominano il piano e un sound più acustico.
E' un buon disco, 27 di musica fatta come si deve. Continuare così.
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La recensione Ali Solide di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2013-12-20 00:00:00
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