Synth pop sulle spalle dei Pet Shop Boys
Non è semplice da recensire questo Syrian dei Death of a Sun, perché se da una parte è innegabile l'attitudine ludica del progetto del duo lombardo, dall'altra è apprezzabile l'impegno nell'operazione. Il disco è una specie di tuffo onanistico nel synth pop degli anni '80, per cui all'ascolto si troveranno esattamente brani che suonano come b-side dei Pet Shop Boys, dei Depeche Mode e dei Visage; sia nel bene che nel male.
Se è vero che in effetti, nel 2013, un disco che suoni come nel 1984 non solo è fuori moda, ma anche fuori revival di una decina d'anni, è anche vero però che sembra che il duo si diverta a ricostruire melodie ed emozioni tipiche della decade di gomma per eccellenza, tanto che alla fine si sorride durante l'ascolto del disco.
Nella ricostruzione mimetica dei propri idoli, va detto però, che il duo spazia abbastanza, dal simil Gazebo di "Nuvole", al Hi-NRG di "Ninja Warrior", passando per il tributo (già a partire dal nome) ai Visage "We Fade Away", a "Dreaming" la quale sembra uscita direttamente da "Introspective" dei PSB. Su tutti I brani che compongono questo disco, la sola "Stratosphere" ahimè si salva, grazie ad un'ottima melodia à la David Sylvian.
Anni fa, il duo islandese Villa Nah aveva prodotto un'operazione simile con il disco "Origin" - ascoltatevi quel capolavoro di "Rainmaker" - ma lì nostalgia e contesto erano sapientemente dosati, dosaggio che sfortunatamente manca in questo Death of a Sun.
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La recensione Death of a Sun di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2014-10-16 00:00:00
COMMENTI (1)
Spero sia uno scherzo questa recensione. Intanto il gruppo si chiama Syrian e non Death of a Sun, secondo, ha pubblicato 6 album per A different Drum, non un etichetta di pezzenti qualsiasi, terzo, suona da anni in tutto il mondo con migliaia di fans...in secondo luogo...è gradita un minimo di capacità di uso della grammatica e della logica quando si scrive..