Incuriosito da un booklet a dir poco bello (curato da Stefano Casini, disegnatore di Nathan Never) e da un titolo per certi versi emblematico, infilo il disco dei Justine Dusk nel lettore, perlomeno curioso di ciò che potrebbero proporre questi quattro ragazzi toscani.
Ebbene, le risposte ai miei appetiti appaiono limpide e dirette, e si delineano nette già dopo il primo ascolto degli interi cinque pezzi qui editi.
Stiamo parlando di crossover, parliamo di Deftones e Tool, e potremmo già quasi aver concluso il discorso. Come dire che siamo di fronte all’ennesima, ripetitiva e pedissequa copia del gruppo stereotipo del nu-metal: cantato in bilico fra urla ed inserti melodici, chitarre che suonano vecchie e fragorosamente distorte - salvo qualche inevitabile pulito passaggio - ed una sezione ritmica pesante ed efficace. Poi ci sono i cambi di tempo, la voce filtrata, la tecnologia e anche la tecnica, sprazzi emo e folate hard-core, quasi a voler sottolineare il tentativo di dare una nuova forma a questa materia così eccessivamente trattata. Niente, però, riesce a giungerci come efficacemente nuovo e/o fresco, nulla riesce a scindere in maniera netta il quartetto dai propri modelli di ispirazione precedentemente citati, niente insomma che faccia dei Justine Dusk un gruppo interessante o capace di nuove visioni sonore.
Apprendo dalle note biografiche che “i nuovi brani hanno risentito maggiormente dell’influenza del post rock e della ricerca anche in ambito jazz che (i J. D.) stanno facendo per discostarsi il più possibile dall’ormai satura scena crossover, nu metal”. Ebbene, se questa è la prospettiva, non posso che augurare buona fortuna ai ragazzi e sperare che il prossimo disco (che ci dicono uscirà verso marzo) possa essere qualcosa in più rispetto alla decisamente scarsa qualità di questo “L’alternativo/a cosa..(?)”.
---
La recensione Alternativo/a cosa...(?) (ep) di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2003-02-07 00:00:00
COMMENTI