Massimo Saccarola Come polline al vento 2002 - Cantautoriale, Sperimentale

Come polline al vento precedente precedente

Santa Maria di Sala è un piccolo borgo di undicimila anime dell’entroterra veneziano, immerso in una verde campagna vastissima e piatta, al confine con Padova. Emblema del Nordest che produce, è oggi noto per un grosso centro commerciale. Massimo Saccarola, one-man-band, non deve trovarvisi a suo agio. In questo avamposto della riduzione di tutto a economia, in questo distaccamento dell’Impero, il nostro coltiva sogni fragili e delicati, cullando forse l’illusione di fuggire via, condotto da zefiri birichini. “Come polline al vento”, appunto. Preziosa la copertina, opera dello stesso cantautore. E raffinati i riferimenti: il pittore olandese Mondrian, un poema del ceco Kokoshka.

Musicalmente ci si muove sui territori di un’anima che fu affine a quella di Saccarola: l’elegiaco Nick Drake. Suoni umbratili ed acquatici, ritmi obliqui che travalicano i muri del 4/4 permeano il Cd, dando a vita ad atmosfere lontanamente affini a quelle della microcosmica vita invernale ritratta da Bjork nel suo “Vespertine”. Affinità di ispirazione, non di sonorità, si badi bene. Che rimandano certo più a Leonard Cohen, ai King Crimson più gracili ed eterei, quasi la musica di Saccarola fosse fatta della stessa materia dei sogni melanconici. Ma quella che potrebbe essere un’opera suggestiva ed ha dietro di sé un intenso lavoro è fortemente penalizzata da una registrazione inadeguata, con una voce mantenuta costantemente troppo bassa rispetto alla base, tanto da rendere impossibile seguire compiutamente un testo. Difetto di non poca portata, per un cantautore. E gli stessi strumenti non sono bene equalizzati, dando vita a un accavallarsi sonoro che sa di ectoplasmatico. Scelta forse voluta, chissà, giacché non pare discordante dalla poetica del buon Saccarola. Ma che danneggia tutto il lavoro, conferendogli una pesantezza che sicuramente gli è estranea nelle intenzioni.

Non rimane che attendere un nuovo lavoro, registrato decentemente, che permetta alle qualità del veneziano di trovare forma e dimensione.

---
La recensione Come polline al vento di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2003-02-07 00:00:00

COMMENTI

Aggiungi un commento Cita l'autore avvisami se ci sono nuovi messaggi in questa discussione Invia