Dubstep, UK garage, drumstep e altri derivati. Scenari montani e capannoni che passano a lato. Un buon esordio.
In copertina c'è questo baraccone chiuso con sopra scritto 'American Bar'. Potrebbe essere un tipico paesaggio statunitense alla Carver, ma una scritta spray in un corsivo un po' stentato recita 'Nina', tradendo la probabile provenienza nordestina dello scatto. Sonambient, infatti, è un ragazzo friulano trapiantato a Torino, ovvero l'unico vero ricettacolo italiano di molti suoni “post-” inglesi: post-dubstep, post-wonky, post-future, post-quelchelè. A Torino Sonambient fa una musica inscrivibile proprio in quel territorio da ballo deviato, atmosferico, intimo. Una colonna sonora perfetta per percorrere la SS13 che collega Treviso a Udine, territorio monotono e senza identità fatto di capannoni, qualche rado coagulo abitativo, prati coltivati e poco altro (se si esclude la cornice di montagne che, viaggiando in approssimativa direzione Ovest-Est, fa da compagnia alla sinistra del viaggiatore). Magari quella foto è stata rubata proprio a quel paesaggio. E magari Sonambient si è trovato a suo agio a Torino proprio perché Piemonte e Friuli sembrano condividere questo paesaggio un po' monotono e un po' rarefatto, ma sempre con quelle Alpi incombenti sullo sfondo. D'accordo, anche la Lombardia è simile: trattasi pur sempre di Pianura Padana. Però la Lombardia ha una densità maggiore; è meno americana, ecco. Più favorevole, anche per lo stile di vita, ad una musica veloce, ritmica, muscolare. Magari anche schizofrenica e però sempre tesa. Invece quei due estremi che incorniciano l'Alta Italia e che sembrano uno lo specchio dell'altro paiono suggerire qualcosa di disteso, più pensoso.
Come la musica di Sonambient che è, dicevo, un vero e proprio crogiolo di bass music, termine entro il quale si fanno ricadere dubstep, UK garage, drumstep e altri derivati. Un crogiolo che, nel suo essere a tratti di maniera (le voci soul pitchate, i pad a fare da sfondo, qualche reminiscenza rave, ecc...), è davvero ben congegnato (ad esempio la costruzione di “qmc”, le ritmiche di “pareidolia”, la melodia di “penrose”). Insomma, Sonambient ha intitolato quest'album "Scampolo" (ingl. 'remnant') ma il titolo è ingiusto, perché per fare scampoli così tanti cosiddetti 'producer' farebbero la firma.
---
La recensione remnant di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2013-09-12 00:00:00
COMMENTI