Disco punk stile Hellcat records. Possono migliorare ma la strada battuta è quella giusta.
Personalmente avevo scoperto i Seditius col precedente "Carne da macello", un bel dischettino che tradiva in maniera spudorata alcune passioni della band (fra le quali é d'obbligo citare Henry Rollins e i Jane's Addiction, probabilmente i due nomi che in questo "Misplaced" ritornano a galla più volte. Così come ritorna prepotentemente il nome di Mike Patton, avendo infatti scelto i Seditius - non sappiamo se consapevolmente o meno - innestare di "soul" la componente hard del loro sound, finendo così per rendere le canzoni ritmicamente più altalenanti.
Ovvero non partono in ogni episodio nella modalità "testa bassa e pedalare", ma provano ad elaborare arrangiamenti più personali. Così, in questo (relativamente) nuovo corso, vi sembrerà strano ma ricordano spesso il marchio di fabbrica della Hellcat, l'etichetta losangelina nata sotto l'egida della Epitaph e dedita a sonorità meno ortodosse rispetto al punk e all'hardcore dei capostipiti Bad Religion.
Rispetto a quelle band ai Seditius manca però il colpo di reni, un pezzo sensazionale che trascini l'intero lavoro. Con "A radical blues" in realtà si avvicinano abbastanza, ma decretarlo singolone in effetti sarebbe azzardato. L'unica cosa certa é che abbiano deciso di optare completamente per la lingua inglese, evitando quindi la commistione con l'italiano... e per il momento hanno ragione loro, visto e considerato che la resa finale del disco dimostra che la strada battuta comunque é quella giusta.
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La recensione Misplaced di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2013-10-09 00:00:00
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