Pop-rock dalle velleità mainstream. Ben fatto, ma non fa impazzire
Cantaurato pop rock, con qualche cenno più esterofilo. Edo Avi è un musicista abbastanza navigato e per questo nuovo Ep ha avuto una produzione dall'orecchio mainstream (Max Marcolini, che, per dire, arrangia pezzi per Zucchero).
Quattro pezzi che funzionano, nel genere che Avi si è ritagliato intorno. Abbastanza easy-listening, con ritornelli confezionati a regola d'arte. Ci si sente tantissimo l'eco di un Cesare Cremonini, nella voce leggermente nasale, nel fraseggio generale di voce e musica.
"Come un fiume" è il brano che guarda di più a influenze estere, con un riff di chitarra che abbiamo probabilmente già sentito in tanti dischi del pop mondiale. "Dolce aurora" ha la forma tradizionale di canzone, ed è quello che spicca di meno: un po' banale, con un intreccio di chitarre e una progressione ascendente degli accordi che non regge i quasi quattro minuti di durata. Infine, "Verrà", che ricorda i Cure e la loro immortale "Boy's don't cry". Un po' new vawe, un po' anni '90 italiani. Un mix che non fa scaldare il cuore, ma che nemmeno si può bollare come sgradevole.
In definitiva, di questo Ep si può dire che è ben fatto: contiene delle canzoni che hanno le potenzialità per diventare delle hit radiofoniche. Ma non ha la forza per resistere a lungo, difficilmente si fisserà nella memoria di chi ascolta. E' buon pop mainstream, che non brilla per originalità ma che, magari, può superare in qualità molta della roba che ascoltiamo in radio di solito.
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La recensione come un fiume di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2013-11-12 00:00:00
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