I Japanese But Goodies passione smodata per il post rock e per le linee vocali strascicate
Fanno bene i Japanese But Goodies a cantare. La scelta della voce è azzeccata perché in un contesto scivoloso come il post rock - in cui qualsiasi arpeggio rischia di essere potenzialmente fatale - permette di trovare un solido appiglio contro la routine dei riverberi. Un rischio che, va detto, la band veneta non corre. L’effetto è vincente quando le chitarre diventano fragili e cristalline. Va piuttosto bene anche quando arrivano le distorsioni, benché in certe occasioni (tipo “Tuesday”) manchi un po’ di originalità e senso compiuto (ma quelle di “That Thursday It Was Raining” sono azzeccate, forse perché inserite in un brano bello, da ascoltare dalla prima all’ultima nota).
Alla fine, che cosa resta di questo “Weæk Interaction”? Resta un gruppo con la passione smodata per il post rock e per le linee vocali strascicate ed emotive. C’è del buono, insomma, nei Japanese But Goodies. A essere pignoli, ci vorrebbe un po’ più di varietà. L’uniformità stilistica è un bene ma a volte rischia di abbassare la soglia di attenzione dell’ascoltatore.
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La recensione Weæk interaction di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2013-11-05 00:00:00
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