Dalle sempre produttive Marche, un duo garage-pop che promette bene.
No future, si diceva così ormai quasi -anta anni fa e allora, visto che il futuro non c'era, tanto valeva spaccare tutto e sputare sulla gente e ammazzare il rock. Poi il futuro è arrivato e passato, ma il senso di catastrofe e nulla incombente rimane, e forse è semplicemente una cosa che ti succede quando hai vent'anni e una testa che pensa, che sia oggi o quarant'anni fa o fra altri quarant'anni, questa idea che non ci sia futuro, e un modo per dare voce al sentimento dei vent'anni è - checché se ne dica non sono ancora riusciti ad ammazzarlo - sempre il rock. Perché bastano una chitarra, una batteria e l'attitudine giusta, e anche oggi, anche nelle Marche, due ragazzi possono cantare “No future” e suonare veri e puri. Con il punk che non si presenta a colpi di creste, anfibi e urla, ma resta visibile nella schiettezza asciutta da buona-la-prima, filigranato in un garage ammorbidito dal pop di C86iana memoria, in una foto sgranata dei White Stripes a passeggio per Glasgow con un surf sottobraccio. Con il plus di schivare la trappola della stucchevolezza in cui cadono molte odierne band del genere dalla vocina frangettata alla Zooey Deschanel grazie a un cantato “sporco”, i The Clothes ci convincono a scommettere che un futuro potranno avercelo.
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La recensione Fairy Lights Dress di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2013-09-10 00:00:00
COMMENTI (1)
interessanti... un po' acerbi forse, ma con ottimi numeri. mi piace molto la voce