Lavoro strumentale minimal lo-fi: chitarra, batteria, rumori e un cuore in inverno.
Piove e cerco di distrarmi dall’uggia opprimente e ansiosa che tipicamente sprigiona una giornata autunnale in pieno inverno, e invece no, basta una manciata di suoni ossessivi a inchiodarmi nella stretta di ore circolari, delusioni cicliche, depressioni caspiche. Chitarra e batteria scivolano tra ambienti totalmente lo-fi e rumori distanti, s’aggrappano a momenti piccoli, inquadrature fuori fuoco, a mood minimali e fatti di linee e punti tracciati con leggerezza: nessuno spazio per la voce, nessuna concessione a strutture complesse o enfasi, soltanto dilatazioni, incursioni di strumenti giocattolo e programmi radio, per una viaggio in spazi acustici improvvisati e tinti di ipnosi.
Lavoro affascinante seppure grezzo, questo disco contiene la pioggia, l’illusione, il post rock e la psichedelia intesa nella precipua capacità di portare altrove la mente, e con una maggiore cura potrebbe venir fuori qualcosa di davvero interessante.
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La recensione The Musical (Drop)box di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2014-01-21 00:00:00
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