I Cieli Superflui
Cieli superflui 2013 - Electro, Pop punk, Pop rock

Cieli superflui

Prime prove tecniche di registrazione su basi altrui

Una prima opera acerba, forse spinta più dalla voglia di registrare su supporto elettromagnetico la propria voce che dal lasciare un proprio messaggio con una forte identità sonora e comunicativa alle spalle, senza per forza scomodare McLuhan.

Certe scelte non le capisco. Perché per esempio prendere “Hipsteria” dei Cani (“Hiroshima mon amour”) o “Creep” dei Radiohead (“Nell’era dello spritz”), suonarle in piano-bar style senza accenni di averne compreso il retroterra sonoro (e non solo) e schiaffarci sopra un testo nuovo? Il resto del lavoro veleggia tra pesati citazioni, con una prevalenza per un risultato che sembra Pupo rivisto in chiave anni novanta italiani. Niente è escluso, dal pop al rock di Ligabue (“Scusa”) , fino alla cassa in quattro (echi di Subsonica, per caso?) di “Bar 24h”.  A corollario testi con storie comuni, di tutti i giorni, con considerazioni personali a latere che però non riescono a lasciare mai veramente il segno.

Forse tra le pieghe di queste canzoni si annida una confusione dettata dal troppo amore per le soluzioni già sperimentate, senza averle interiorizzate e filtrate con personalità.  Buoni ascolti e buone sperimentazioni, ma la voce deve essere la tua e solo tua e qui non ci siamo ancora. Vedremo in futuro

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