Buon punto di partenza che unisce testi interessanti al punk
Il primo EP di Mauro Carzedda (aka Horje Delirio) è diretto, rapido, onesto. Autoprodotto limitando i costi al minimo, è uno sfogo, un esercizio di stile con poche pretese artistiche. Non gli manca certo l’originalità e nei testi dimostra anche una buona capacità di scrittura: riesce ad alternare momenti di poesia di una naturalezza genuina (mentre il sole si siede sul mare sento la pioggia che inizia a cadere giù) ad altri di cinismo e concretezza con riferimenti alla sfera personale (sono stanco dei cambiamenti d’umore, sono stanco delle mie storie d’amore bipolari). Il contrasto all’inizio spiazza, ma poi convince.
Il bello è che l’attenzione per i testi, che denota una certa vicinanza all’attitudine cantautoriale, seppure molto diversa dal cantautorato più tradizionale, si affianca a scelte musicali di chiara origine punk. È per questo che lui stesso si definisce “punkautore”, forse con poca modestia, ma certo in modo calzante. Le prime tracce convincono di più e in ognuna ci sono buoni spunti per quanto riguarda la scrittura, che crea immagini evocative, suggestive e originali. "L’Amico" ricorda i primi Tre Allegri Ragazzi Morti e nel testo nasconde una metafora della modernità; "Lola Luna", ad un livello più generale, è la solitudine diffusa e la ripetitività dell’esistenza. Ci sono poi tracce più personali: "Nuvole di Skunk" descrive l’ambiente circostante sotto “l’effetto stupefacente” di una nuova e più forte carica emotiva, "Sono Stanco" rappresenta tutte le lamentele per ciò che si vorrebbe cambiare. Quella che convince meno è l’ultima, "XX", assolutamente concreta nella sua istintività, chiusa con il tributo ai CCCP nella ripetizione del celebre verso "non sono come tu mi vuoi. La fortuna è che la citazione chiude il disco e non intacca troppo il giudizio sulle tracce precedenti.
Quello di Horje Delirio è un esordio breve ma intenso. L’andamento del disco è veloce, non rallenta mai e scorre tutto in poco più di un quarto d’ora. È suonato sempre forte e non dà un attimo di pausa, anche se ha bisogno di più di un ascolto per permettere di cogliere quei testi interessanti che potrebbero facilmente passare inosservati. Forse un disco intero sulla stessa linea sarebbe eccessivo, ma intanto questo è un buon punto di partenza.
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La recensione Horje Delirio di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2014-04-17 00:00:00
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