Scudo, pseudonimo sotto il quale si cela il perugino Giovanni Chieli, ha fatto tutto da solo. Ha registrato questo cd-r con una chitarra e un computer, tant'è che una certa "freddezza meccanizzata" traspare inesorabile. Le idee proposte non sono prive di appeal, ma sui fondali delle canzoni di questo mini-album intitolato "The antichity's searcher" rimane una confusione magmatica che impedisce alle buone intuizioni di uscir fuori e di svilupparsi con credibilità (o quantomeno con piacevolezza).
L'apertura del dischetto è affidata a "What uppen inside me" (ma siamo sicuri che non ci sia un errore di ortografia?!?), un trascinante pezzo perfetto per essere ballato in un dance-floor sghembo (mi fa pensare agli All Seeing I). Alquanto bizzarro anche il connubio scelto per la traccia seguente ("All those i fell") dove vanno a braccetto (mollandosi forse di nascosto qualche gomitata...) una movimentata e liquida chitarrina funky con una linea vocale così lamentosa che sembra scritta appositamente per un attempato crooner americano. Procedendo nell'ascolto dei pezzi viene però il sospetto che questa obliquità sgangherata, a tratti comunque gradevole, non sia frutto di un'intraprendente ma comunque calcolata creatività, bensì di involontaria imprecisione. Scudo dimostra infatti poca familiarità soprattutto con il programming delle batterie: il drumming abbinato ai vari brani, oltre che risultare un po' monotono, dà proprio l'idea di essere spesso fuori contesto, presentando delle ritmiche che mal si attagliano alle melodie così rilassate delle canzoni. Da sottolineare invece le ottime capacità vocali del Nostro, anche se il forte e continuo effetto ecoizzante lo fa sembrare una sorta di reduce new-romantic sbarcato qui direttamente dal 1983. In "To broken the joys" aleggia poi anche la presenza dei Cure più tenebrosi (e prolissi), e il cd va poi a perdersi stancamente nel finale, reiterando le strutture già disvelate all'inizio e suscitando così qualche sbadiglio di troppo.
Ha fatto tutto da solo, Scudo. La prossima volta, invece, potrebbe avvalersi della collaborazione di qualcuno: le sue canzoni di sicuro ne guadagnerebbero.
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La recensione The Antichity's searcher di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2003-02-18 00:00:00
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