Classic rock d'oltreoceano da inserire nel jukebox dopo aver ordinato un whiskey del Tennessee
Come la prima sorsata di un buon whiskey, bastano i primi intrecci chitarristici di "The Line" per inebriarsi di calde note rock’n’roll dal retrogusto classico del blues. La coralità sonora dal timbro dixie espressa in ogni traccia è in grado di far riaffiorare alla mente il southern rock dei Lynyrd Skynyrd piuttosto che dei Blackberry Smoke o i 38 Special.
Sapori d’oltreoceano che vengono accentuati nella melodica "Lover of the slum" grazie all’elegante e consapevole utilizzo di strumenti suggestivi come l’armonica e il banjo. Sul finale con "Grey days" la band tenta di aggiungere un po’ di brio serrando i ritmi ma non riuscendo a trovare la stessa intensità dei precedenti due brani, il risultato è che la traccia scorre giù senza lasciare troppe tracce.
L’enorme capacità della band espressa nell'ep è quella di riuscire a pilotare verso il positivo lo stato d’animo dell’ascoltatore qualunque esso sia, e ci riesce grazie ad una musica ben suonata, ben strumentata, ben cantata che non si pone l’obiettivo di vincere l’oscar per la composizione più originale, ma di distillare soli e riff epidermici con uno stile mai superato, che anzi, più invecchia più si ha piacere di riassaggiare. Un ottimo inizio.
---
La recensione Next Stop di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2014-01-22 00:00:00
COMMENTI