Se in tre giorni Alessandro Fiori ci fa QUESTO, non oso pensare cosa farebbe se gli dessimo un mese. Un anno.
"Cascata" è nato per un vinile della collana della siciliana Viceversa Records, a cui hanno aderito molti bei nomi come Cesare Basile (che è poi il direttore artistico del progetto), Hugo Race, The Niro, etc. E' nato in tre giorni, appunto, tra Arezzo e Catania. A leggere quel che ne dice lo stesso Alessandro, è il disco della purificazione, dell'acqua.
E in effetti ci sono tanti suoni che si ripetono, nenie circolari e atmosfere zen. Come in "Big Fish", per esempio, in cui c'è anche la balalaika. Un pezzo ipnotico, elettronico, trascendentale ma, allo stesso tempo, con i piedi per terra (e dura 8 minuti, quasi non te ne accorgi). Incantatori e narcotici sono anche i brani in apertura, "Volevo solo fare un caffé", in cui Basile suona l'ukulele, e "Dei nei la mappa precisa". La forma canzone è completamente scardinata, con un crescendo di pathos. Il secondo, in particolare, è una pioggia nel pineto dove, al posto delle parole, a creare le onomatopee ci pensano i sinth. E ci si sente davvero sotto l'acqua, "completamente analfabeta".
Si fa un piccolo balzo verso l'epoca Mariposa con "Un misterioso caso", con il piglio geniale di sempre e liriche da poeta surrealista, ma con una strana e bella malinconia di fondo. Altro pezzo notevole è "Un occhio chiuso". Momenti casalinghi, su accelerazioni e frenate che, in poco meno di tre minuti, fanno sognare. E poi un tributo alla città che ha ospitato il progetto, "Il suono del cratere centrale", un pezzo che non può non far pensare alle cose più belle scritte da Franco Battiato. Infine, a chiudere torna l'ukulele di Basile, insieme alla vena cantautoriale con cui Alessandro ci ha già viziato, gli archi, le note che si aprono e ti fanno esclamare cazzo! la mia idea di cantautore oggi è questa!
Insomma, un disco che lascerà il segno. Anche se nato così in fretta e a così poca distanza dal precedente. Sicuramente un passo ancora più lungo nel percorso solista dell'artista toscano, che ora si purifica sperimentando sempre di più e camminando in punta di piedi su un filo, sotto una cascata di canzoni eteree, alterate nelle loro forme, dolcissime.
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