Primo Ep folk rock di un trio toscano che ha ancora parecchia strada da fare
Un trio toscano di giovanissimi, che provano ad autoprodursi un Ep di sei canzoni e a dedicarsi al folk rock.
Fin dal primo pezzo introducono un'atmosfera vagamente psichedelica, sottolineando anche un innamoramento per l'attitudine punk, che si nasconde nel cantato accorato, a volte sparato, e la fretta che hanno nel voler dire le cose. Cose che sono tremendamente attuali, in primis la critica di una società in crisi e la disfatta dell'economia.
Il vento dell'est comincia a spirare in "L'omicidio di Rasputin", brano strumentale con tanti riff gitani e un'indole prog. Un po' più incasinata "Sulla stessa brace", che sulla base di grandi cavalcate rock costruisce strani giri di melodie e un mix non sempre scorrevole fra i vari strumenti e la voce.
"Il colore dell'avena" è la ballad dell'Ep, che qualche intuizione ce l'ha, ispirandosi al cantautorato sia esterofilo che nazionale e virando verso la musica popolare. Il folk rock più standard si sente ne "Il massone di Vietri", che ingloba anche qualche punto combat. Più intimista la chiusura, con "Una canzone breve", pezzo che a un certo punto ha una svolta alla Marta sui Tubi che, in qualche modo, lo raddrizza.
Ne hanno ancora di strada da fare, i ragazzi della Zattera della Medusa. Trasudano passione, ma devono ancora trovare la quadra per mettere giù pezzi più fluidi, contributi più originali e melodie meno confuse e dritte. Qualche idea, ancora embrionale, c'è. Soprattutto nell'uso delle chitarre e in qualche arrangiamento folk progressive. Vedremo se in futuro le faranno germogliare.
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La recensione Profezie & Simboli di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2014-02-13 00:00:00
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