Felpa è ciò che deve essere lo slowcore al giorno d’oggi: sincero, appassionato, artigianale.
C’è più di una somiglianza tra Magpie e Felpa, i due progetti solisti di Daniele Carretti degli Offlaga Disco Pax. I riverberi, l’incedere lento, l’umore perennemente inquieto. C’è insomma tutta la cifra stilistica di un musicista che riesce a dare una risposta ai propri tormenti attraverso il post rock e il dream pop.
“Dici che”, forse il brano più bello di “Abbandono” di Felpa, è un crescendo solenne e drammatico che richiama in parte l’arpeggio marziale di “Low Bleeding”, contenuta in “Noir” dei Magpie. Ma le similitudini, in realtà, finiscono qui. Se è vero che l’italiano inevitabilmente ti mette davvero a nudo, Felpa tocca i punti giusti, quelli che fanno diventare le emozioni una questione personalissima. “Quando noi” è una confessione fatta con una chitarra acustica tra le mani e un pugno di verità private che non finiscono mai di far male. "Solo” è una ballata gelida e affascinante, come un inverno che cambia lentamente i colori dell’orizzonte. “Non è facile” è un magnifico e malinconico concerto di ebow, pianoforte e drum machine.
Felpa è ciò che deve essere lo slowcore al giorno d’oggi: sincero, appassionato, artigianale.
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La recensione Abbandono di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2013-10-02 00:00:00
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