Italopop forse buono per il mercato sudamericano (senza offesa)
Avvertenza: la frase che segue è di uno snob da fare schifo. Ieri credo di aver avuto un contatto con il cosiddetto paese reale: un giovane – fra i venticinque e i trenta – mi ha chiesto chi è il mio cantante preferito (sì, ha usato proprio le parole “cantante preferito”), poi ha detto che gli piacciono Sal da Vinci e Marco Masini. Questo significa che esistono veramente nel mondo persone che troverebbero credibile, a cui addirittura piacerebbe, questo disco, le “dieci canzoni contenute in questo magico cassetto, puoi portarle via e farti catturare dall'energia che solo la musica e la poesia sanno regalare”. Già. C'è qualcuno a cui piacerebbero il ritornello da Gen Rosso di “La mia vita”, il latin-pop di “Mudar”, il duetto da Sanremo 1987 con tale Stephanie, “enfant prodige della canzone austro-tedesca” di “Grande amore”, e quello da Eurofestival con una certa Nirah di “The Soul” - in cui fra l'altro il nostro fa sfoggio di un inglese su cui è meglio stendere un velo. “Sto cantando lo faccio da sempre e sempre lo farò”, dice, e chi siamo noi per impedirglielo? Se c'è a chi piace il genere...
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La recensione 10ten di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2014-02-10 00:00:00
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