Una plausibile colonna sonora per un'ipotetica, quanto destabilzzante, vita artificiale, distante anni luce dalle più rassicuranti frequenze terrestri
"This isolation/ It's over/ We will never find our way back home". Voilà! Eccovi servita l'ineluttabile prospettiva esistenziale degli Artcore Machine i quali, fattivamente coadiuvati dal cantante/sound designer californiano Evan Friedel, vedono bene di trasformarla in suono vivente, cruento e destabilizzante quanto volete, desolatamente inchiodato al futuro, artificialmente (sovra)alimentato, sì, ma inspiegabilmente vitale. E tutto sommato i disturbanti scenari sonori architettati da Moreno Padoan e Roberto Beltrame potrebbero ben operare come colonna sonora di un'ipotetica vita artificiale, distante anni luce dalle frequenze terrestri e asetticamente organizzata su relazioni sequenziali.
"This isolation" abbandona in parte gli sperimentalismi estremi del precedente progetto (interamente strumentale) per stemperare il turbinio di contorsioni noise-industrial con più concilianti aperture ebm/future-pop. Dai Depeche Mode EBMizzati della title-track prendono vita a cascata i vari remix che completano il lavoro, variazioni sul tema portante affidate a nomi importanti della scena industrial italiana: dall'electrogoth apocalittico dei First Black Pope ("Isolation") alla dronica oscurità dei KREYK ("My isolation") dal noise lobotomizzante di Otur Boyd ("7H15[s]0uL4c71on") fino alla trasfigurazione dance del singolo curata magistralmente da TemplezOne.
A degna chiusura dell'EP l'ambient minimale di "Worms In my Head" - vicino a certe cose di Gianluca Becuzzi - che, da solo, potrebbe efficacemente sonorizzare un futuribile processo di formattazione cerebrale.
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La recensione This Isolation di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2013-12-09 00:00:00
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