2Hurt Mexico City Blues 2013 - Strumentale, Folk, Acustico

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Un viaggio sognante tra country e psichedelia nelle atmosfere di "Mexico City Blues" di Jack Kerouac

Un sognante viaggio on the road (si ispira infatti al poema "Mexico City Blues" di Kerouac) questo disco dei 2Hurt, quintetto romano affiancato per l'occasione da uno dei prime movers della scena Paisley Underground, Van Christian (batterista dei Green On Red fino all'81 e poi fondatore dei Naked Prey). Nove pezzi interamente strumentali, che reinterpretano il blues e il country & western in veste psichedelica senza però ricorrere a particolari effetti sonori: la magia si costruisce semplicemente con l'arpeggio giusto, col suono del violino e dell'organo ad impastarsi sotto il mandolino e le chitarre, con la libertà lasciata ai solisti di dettare la tabella di marcia (esempi notevoli sono ad esempio "The purple paradise", apparentemente immobile e in realtà straordinariamente densa, o "Map of France", in cui l'interplay tra la chitarra e le percussioni crea un vivace andamento circolare).

Un modo di lavorare molto simile a quello dei Calexico o di alcune band della primissima scena californiana, mi vengono in mente ad esempio alcune cose dei Quicksilver Messenger Service. Qui invece si sta scrivendo una sorta di colonna sonora, e quando il violino entra in "By the river" la mente corre a quella dylaniana di "Pat Garrett & Billy The Kid", anche se poi la successiva "Old rough roads" vi aggiunge altre sfumature, quelle sì più legate alla neopsichedelia cara a Van Christian.

Personalmente, non ho ancora letto "Mexico City Blues", ma questo lavoro dei 2Hurt è così ispirante e onirico che la voglia di prendere in mano il libro mi è proprio venuta. Quando lo farò, non potrò certamente prescindere dall'ascolto di quest'album, che anzi accompagnerà senz'altro le mie primissime ore di lettura.

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La recensione Mexico City Blues di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2014-01-10 00:00:00

COMMENTI (1)

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  • mark.rajola 10 anni fa Rispondi

    Adoro i 2Hurt dalla doppia anima elettro acustica e i quicksilver sono stati la mia band preferita e ancora resistono