Immaginatevi queste canzoni cantate da una voce diversa, una voce, come dire, più rilassata, più confidenziale, che non dia l'impressione di stare morendo per una crisi di singhiozzo e dover vomitare da un momento all'altro. Fatto? Meglio, vero? Sì, perché le canzoni ci sono, ben costruite, pop, leggermente cantautorali, con delle idee e una loro poetica delle cose sfigosemplici che titilla l'adolescente che è in noi – l'ubriaca storia di periferia di “Ragnatele”, gli amari interrogativi alla Max Pezzali di “I misteriosi ragazzi delle più belle della classe”, le grandi domande dentro quelle piccole in “Piscine” - ma quel modo di cantare... Edoardo, te lo dico con affetto, ripensaci.
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