Nelcaso Sabato Piove 2013 - Indie, Folk, Emo

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Applausi per questi talentuosi ragazzi che con la delicatezza della loro musica ci fanno sognare ad occhi aperti

Il teletrasporto è il processo più o meno istantaneo di un oggetto da un luogo a un altro. Potessi, sapessi da che parte rifarmi, avessi le capacità e gli strumenti necessari, lo inventerei. Perché sì, non solo sarebbe comodo per spostarsi senza troppi sbattimenti, evitando il traffico e i ritardi dei treni, ma ci permetterebbe anche di essere dove vogliamo, quando e per quanto tempo. Il tempo di un bacio, di un saluto, il tempo di fare una chiacchierata, di accorgersi dell'unico dettaglio che non abbiamo visto prima in un punto della città, e che moriamo dalla voglia di scoprire. Il tempo di osservare ancora una volta un posto che rimarrà sempre nel nostro cuore, insieme ai momenti lì vissuti. Forse, anche se ci fosse un modo di inventarlo, questo teletrasporto, non si potrebbe comunque avere, perché sarebbe troppo bello, e alle volte troppo doloroso. Le due facce della medaglia, come si suol dire. Forse è giusto che rimanga un desiderio espresso e non realizzato, lasciandoci così l'opportunità di fantasticare, chiudendo gli occhi per abbandonare momentaneamente il mondo.

I Nelcaso sono tre ragazzi da Viserba/Bellaria, entrambe vicine a Rimini, che con il loro giovanissimo "Sabato Piove", primo lavoro, mi hanno permesso di visitare luoghi lontani da casa. Dicono di gradire i Mumford & Sons e Bon Iver, e si sente eccome. Grazie all'armonia che è nell'aria, ai suoni soft, fatati, dotati della giusta grinta e del giusto ritmo per restare in perfetto equilibrio tra nostalgia, tristezza, allegria, libertà, riflessione, relax. Grazie alla tromba che dà quel tocco in più che ci sta benissimo, alla chitarra fresca e delicata, al banjo spiritoso, soffice e leggero, più leggero di una piuma, che fa diventare tutto più bello, e colorato. Quanta voglia di fare Musica si percepisce in solo quattro canzoni: non è la quantità che conta, bensì la qualità, che in "Sabato Piove" non manca. La parte musicale è ricca di così tante sfumature da incantare chi sta ascoltando, e questo perché le melodie sono in completa sintonia tra loro grazie all'affiatamento degli strumenti; quella vocale regge benissimo il gioco, azzeccando l'intonazione e l'espressione giusta al momento giusto.

Appena "Come Out" inizia non sono più nella mia stanza, mi trovo sul picco di una scogliera irlandese - una di quelle che se cadi dici addio nel momento stesso in cui inciampi - in una giornata uggiosa di metà Novembre, con il cielo grigio e la nebbia a tenermi compagnia, insieme ai miei pensieri che si infrangono contro la mia mente come le onde contro le rocce. Seconda traccia: con "Benediction XVI" sono catapultata lungo una strada di una città di campagna verso l'ora del tramonto, quando le luci cominciano ad accendersi e intorno è tutto dorato, come le foglie che cadono in autunno. "Blue Blues": terza traccia, terzo posto in cui mi teletrasporto. Sono al calduccio in un pub con una gigantesca birra in mano da gustare. Guardandomi attorno osservo e rifletto, fino a quando mi è possibile perché, con "To a Sleeping Tiger", immediatamente mi ritrovo in una brughiera con il Sole che mi guarda e mi scalda dall'alto del cielo azzurro durante un incantevole e dolce pomeriggio ottobrino. Corro, poi prendo la mia bicicletta e sfido il vento che mi accarezza il viso.

La magia del teletrasporto: provare per credere. E i Nelcaso sono promossi a pieni voti.

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La recensione Sabato Piove di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2013-12-10 00:00:00

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