A tu per tu con la propria chitarra: il risultato? Un album che rispecchia se stesso e racconta le piccole, grandi emozioni quotidiane
Che nome dare al proprio ep se non quello di se stessi? È proprio quello che deve aver pensato Luca D’Aversa per il suo ultimo album omonimo che sembra essere un timido affresco della sua personalità e soprattutto della sua passione musicale: l’improvvisazione e l’esecuzione acustica.
"Se non ti dai, difficilmente poi ricevi", canta in “Non mi lamento”, traccia che trascina in un vortice di positività, tratto distintivo dell’intero lavoro, non c’è tempo per guardarsi indietro.
Luca D’Aversa mette allegria, è la colonna sonora da caricare mentre si sorseggia un caffè americano anche se non ci si trova per le vie di Manhattan ma semplicemente a Roma o in qualsiasi altra città italiana. La predilezione per l’acustico, non per niente è manifesta la passione per artisti come Dave Matthews, D’Aversa gioca molto con la voce, modulandola su testi semplici e sinceri. L’ascolto paga. Non pochi sono i brani che restano in testa come “Troppo poco” (colonna sonora del film "Confusi e felici") e “Non vogliono farmi sognare”, un manifesto, un incitamento a volare via con la fantasia ovunque si voglia.
Da buon cantautore italiano, ispirato tra gli altri anche da Francesco De Gregori, c’è spazio anche per l’amore: se ne parla in “Margherite” dove si attende "il sole che spunta da dietro e ti scalda" e nell’orecchiabilissima “Barattoli” già in loop su Mtv: conservare l’amore e i ricordi su una mensola per poterne godere quando si vuole, un’utopia.
Ma Luca D’aversa vuol far sognare, senza riserva, partendo dalle piccole cose, o meglio cantandole. Per citare il grande scrittore Fernando Pessoa: Per essere grande, sii intero: non esagerare e non escludere niente di te. Sii tutto in ogni cosa. Metti tanto quanto sei, nel minimo che fai, come la Luna in ogni lago tutta risplende, perché in alto vive.
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La recensione Luca D'Aversa di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2014-12-17 00:00:00
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