Non c'è vita senza funk
Disco or Die è un imperativo abbastanza imperativo, di quelli che ti fanno sanguinare i piedi ma con il sorriso sulla faccia, ergo il peggiore. Quindi, capirete bene che per metterlo come titolo del loro nuovo ep, i Fare Soldi hanno in mente una sola cosa: spingerti oltre la soglia del dolore che già conosci, spingerti là dove ci sono loro. Per i ragazzi dalla giacca dorata la vita è un sfida da prendere in cinque tracce da 23 minuti e 52 secondi in totale, e non c'è vita senza funk. D'altronde c'è scritto disco, non trap, dubstep o chicchessia. In pochi si sono permessi di pronunciare la parola disco nel 2013, figurarsi a suonarla, eppure i Fare Soldi compongono quello che più che un ep è il numero d'emergenza per la chiamata alle armi.
"Back to Business" è davvero un ritorno, è qui che si inizia a scaldarsi perché è solo l'inizio e -ahimè- ci sarà un fine. L'ironia faresoldiana si riversa completamente su "Spanish Pantalones", track dal groove incalzante, qualsiasi cosa sia è decisamente meglio delle tapas. È la canzone che si spalma sulla pista, la regina della festa, è il piede sotto la scrivania dell'ufficio che pensa già al weekend, è Toro Y Moi al party portoricano di una Quinceañera. Finite le presentazioni si passa ad "Asimov" che contiene il feat con il producer di Nashville Patrick Baker, decisamente il pezzo di transizione dell'ep: non si scherza più, la disco si farà anche con leggerezza ma c'è del sexy in questo suono. L'atmosfera cambia ma rimane sempre sudatissima, come promette Salsouldi e le sue batterie, track omaggio alla Salsoul Records. Abbiamo detto che questa vita su questo dancefloor deve finire e non a caso l'ultimo pezzo si intitola "Another Light", un'ode alle serate spese nei club, una nuova luce fuori dal tunnel, probabilmente hai chiuso per sbaglio lo streaming di "Disco or Die".
Anche questa volta i Fare Soldi suonano esattamente come le anime che li compongono, il duo dorato Pasta e Luka Carnifull, forse è per questo che è molto visuale come musica, ce la si può configurare: un trolley con dentro due giacche dorate, vinili di gente con i baffi in copertina e -probabilmente- una foto incorniciata di cani che giocano a poker.
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La recensione Disco Or Die di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2013-10-11 00:00:00
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stefania rotolo