Secondo lavoro per la band biellese, registrato nel dicembre scorso e pensato come prodotto promozionale. Non ho ascoltato il lavoro precedente, per cui non so dire se questo rappresenti un progresso oppure una continuazione di un discorso già avviato. Di certo si può dire che la musica si dipana tra ballate elettriche mai troppo aggressive - se si eccettua “Saigon” e “La vertigine”, tra l’altro pezzo migliore che ricorda da vicino lo stadium rock dei Marion.
Siamo quindi dalle parti di un pop-rock sufficentemente grintoso, che deve comunque molto al suono di Seattle: è facile infatti trovare tracce di Pearl Jam e Alice in Chains. L’unico pezzo che si differenzia è la ballata prettamente acustica “Nella testa di mio padre” che richiama atmosfere alla Jeff Buckley. Su tutto si staglia la voce di Andrea Sportelli, abbastanza duttile, ma molto simile a quella di Manuel Agnelli, leader degli Afterhours, formazione a cui si avvicina in sintesi la proposta del gruppo.
In conclusione, al di là di un disco ben suonato, resta un suono che paga un tributo pesante alle fonti di ispirazione citate, mancando probabilmente di uno spunto che lo elevi al di sopra della media.
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La recensione studio demo03 di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2003-03-03 00:00:00
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