Formazione Minima Tutto tranne l'ugola 2013 - Cantautoriale, Progressive

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Dal teatro canzone alla canzone teatro. Cambiando l’ordine degli addendi, il risultato cambia.

Forse ne avevano piene le tasche di versare la quota d’iscrizione al club di quelli che… il teatro canzone. Di prendere tutto sul serio, di vedere il proprio nome accomunato ai santoni che il genere di cui sopra lo hanno sviluppato ed elevato ad arte. Così hanno provato a inventarsi una formula nuova, quella della canzone teatro. Già, perché cambiando l’ordine degli addendi il risultato, a forza di insistere, alla fine deve cambiare per forza. Tutto un complesso di cose che fa sì che la Formazione Minima si fermi a riconsiderare il loro percorso artistico per scoprire che cazzeggiare è bello, che inseguire una forma canzone il più possibile vicina alla perfezione non è per niente male, che persino inveire contro la volgarità della borghesia regala le sue belle soddisfazioni. E per continuare a teatralizzare il tempo si trova sempre, d’altra parte, come dice il saggio, il primo amore non si scorda mai.

“Tutto tranne l’ugola” condensa dieci episodi all’interno dei quali succede di tutto. I due Lorenzo (Bartolini e Gasperoni), anima della Formazione Minima, non si fanno mancare nulla: inseguono quel pop acustico un po’ sghembo e al tempo stesso elegante (e c’è da dire che “Casa indigesta” si fa notare anche per un testo della madonna), marcano stretto Scott Walker (e qualcun altro…) con “Morriconide”, giocano con il primo amore inventandosi interessanti filastrocche filocorporative e nuove interpretazioni di antichi proverbi (“Il sindacato del bosco incantato” e “Proverbissimo”). E poi non manca il tempo per sperimentare (l’oscura “Io e Vladimir”, verosimilmente dedicata al cantautore russo Vysotsky) e soprattutto per giocare. Come in “Benestando”, sottile, ma poi mica tanto, presa per i fondelli della Repubblica fondata sul consumismo e sull’avere, o in “Il blues dello scienziato politico”, inno in quattro quarti agli sguaiati anni spesi a inseguire il sospirato pezzo di carta. E alla fine del giro viene da pensare che la Formazione Minima questa volta abbia voluto lasciarsi guidare dall’istinto, forse per liberarsi dalle tare dalle quali si sentiva abbindolata. L’impressione, ma chiamiamola pure certezza, è che abbia fatto la cosa giusta.

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La recensione Tutto tranne l'ugola di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2014-03-19 00:00:00

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