I bolognesi Human Colonies - al secolo Giuseppe Mazzoni, Roman Dagner, Davide Hare e Sara Telesa - ci fanno ascoltare il loro ep d'esordio. Quattro tracce cantate in inglese, il gruppo le definisce shoegaze e su questo nulla da obiettare: tante chitarre distorte e una voce che si sente solo in lontananza, mischiandosi e confondendosi con tutto l’impasto sonoro.
Delle quattro, "Sunshine Jesus", "Cross" e "Hey you", rispecchiano bene il genere scelto: chitarre effettate per una fitta nebbia sonora al cui interno si muove una batteria martellante. "Falling deeper" invece si distanzia dalle altre: la nebbia sparisce, le chitarre si fanno più taglienti, i ritmi si fanno più incalzanti e compaiono anche sintetizzatori anni ’80.
E' un primo ep, si intravedono molte potenzialità anche se una maggiore cura dei dettagli è dovuta. Perchè l'impasto iniziale è buono, attinente all'immaginario di riferimento, ma al momento non sembra che i Nostri abbiano una vera padronanza del loro suono, e questo è certamente un buon punto da cui partire.
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