Il disco migliore di Pola rischiava di restare blindato nell’hard disk di Pola. Cose da pazzi
Dieci anni fa l'elettronica era una questione riservata a gente con poca voglia di ballare e molta voglia di intristirsi. Uno di questi era - ed è - Pola, ovvero il polistrumentista siciliano Tazio Iacobacci. “Early Songs 2002-2004” raccoglie i suoi primi pezzi, roba che non era stata mai pubblicata finora. Il nome Pola sbucò infatti nel 2003 all’interno della raccolta di demo “Po Box 52” della Wallace Records. I brani di Pola scelti da Mirko Spino, capo dell’etichetta, erano buoni, ma quelli di “Early Songs” lo sono ancora di più.
La splendida “The Fade”, per esempio, vede in primo piano l’ugola divina di Marta Collica, una che qualsiasi nota intoni ti fa provare tutti i sentimenti più belli della vita umana. Sullo sfondo la chitarra desertica e la diamonica blues di Cesare Basile impreziosiscono una canzone di elettronica schiva davvero emozionante. “Titles Are For Lyricist”, invece, è una intensa ballata che si bea dell’interpretazione ombrosa di Francesco Cantone (con Iacobacci nei Tellaro), altro fuoriclasse del microfono.
In pratica il disco migliore di Pola rischiava di restare blindato nell’hard disk di Pola. Cose da pazzi.
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La recensione Early Songs 2002-2004 di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2014-03-11 00:00:00
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