Arrivati al quinto album in studio, i toscani Atman hanno ormai consolidato il loro sound, un pop-grunge cantato in italiano scandito da chitarre precise e potenti e da un asse ritmico che sa il fatto suo. "Posso rivelarti un segreto?" segue dunque questo filone, collocandosi come sonorità tra gli Afterhours e i Modà più rock.
Non saltiamo però a conclusioni affrettate: alla band di Cassina de' Pecchi, dal cui tamarrume gli Atman sono comunque (per fortuna) ben lontani, li accomuna soprattutto un certo gusto per l'enfasi vocale (ad esempio in "Alieno") e per i ritornelli ad libitum i cui versi semplici ("Mi piaci quando sorridi", "Mi manchi amico mio", che si contrappongono a strofe invece più articolate) potranno sembrare ad alcuni banali o sdolcinati ma sono esattamente ciò che chiedono le radio italiane da molti anni a questa parte.
E se è vero che questo disco difficilmente piacerà ai cultori del lo-fi e agli integralisti del grunge in camicia di flanella, ha però dalla sua una serie di melodie ("Maionese", ma anche "Il gibbone dalle mani bianche") di sicuro impatto, che potrebbero far presa su un pubblico più variegato (o generalista, senza che questo termine venga per forza inteso come squalificante) di tante altre band osannate dalla critica ma relegate in un proprio ambiente spesso troppo circoscritto, e fungere magari da ponte per la scoperta dei gruppi americani che costituiscono il retroterra degli Atman.
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