Chissà quali sono i musicisti che Luca Rufo non ama perchè hanno il culto di se stessi, e per quale motivo ne parla nelle sue note a fondo dei testi?
Questa volta la musica è più riflessiva e segue i testi, ancora una volta autobiografici - forse in maniera ancor più decisa che nel primo demo - con pregi e difetti ovviamente aumentati in proporzione. Novità: arriva la tastiera, che si integra con la chitarra fino a diventare protagonista. Si notano, oltre a quelle rock, anche equalizzazioni più pop o fusion, con certi passaggi quasi svisati nel jazz.
Questa volta il Nostro ha fatto tutto da solo, non ci sono special guest, ma ci sono effetti digitali (come le voci radiofoniche ad apertura e chiusura della prima traccia). Il suo intento è chiaro (lo dice lui stesso nella in “Non c’è più tempo”): voler lasciare una traccia per non venire dimenticati, per non invecchiare per niente. Insieme a questa filosofia di battaglia, ritornano i temi del primo demo, ricordi, rincorse, viaggi, cose perse e cose trovate, momenti bui e momenti felici… insomma, la vita, che passa attraverso le griglie musicali di Rufo, fatte di drumming, asolo chitarristici, voce sempre tesa… e a volte si contorce - la vita - perché si sente un po’ strettina…
Molto bella la chitarra di “Chiedo aiuto”, che è la prima del demo a dare una scossa alle ritmiche più rallentate delle prime due tracce. Qui il dialogo ‘pieni-vuoti’ col drumming è molto sostenuto e interessante, sopratutto nelle battute finali. Troviamo maggior presenza di sonorità pop, come nelle intro di quasi tutte le canzoni, e ci piace segnalare la ballad molto bella di “Fuori piove”. Grintoso e particolare poi il momento strumentale della traccia successiva, che a sonorità jazz della chitarra, unisce batterie molto piene, quasi heavy, specie nel drumming tutto in battere della cassa.
Ci piace subito all’orecchio, poi, la intro de “Il bene e il male”, molto in relax, con una equalizzazione chitarristica molto brillante. Mentre il il testo – infarcito di riflessioni piuttosto generiche sui massimi sistemi – aggrada molto meno
Ci permettiamo un consiglio per Rufo, che sembra essere una persona ricca di interessi, amante dei viaggi (ritorna il Club Med!), non solo quelli su questa terra (appare Isaac Asimov): provi a mirare i testi di più su una singola storia, solo un piccolo frammento, cucito alla musica, e assai più focalizzato.
Nomi e cognomi alle cose, pane al pane, e ogni canzone ne guadagnerà in compattezza.
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La recensione 2.0 di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2003-03-06 00:00:00
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