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Holiday in the universe 1998 -

Holiday in the universe

M'avessero sottoposto questa musica da bendato, stenterei davvero a credere si tratti di una produzione italiana: "Holiday in the Universe", pensato probabilmente per un ascolto all'interno dei dancefloors, non sfigura affatto nella prova di ascolto casalingo e, soprattutto, suona dannatamente bene.

Sto parlandovi di 70 minuti (non freschi di stampa: è del '98, ma tant'è) di drum'n'bass/jungle partoriti da due fratelli varesini, e se è vero che il dischetto può essere piacevole compagno di altre attività, gradevole moderno sottofondo, anche l'ascolto più approfondito rivela tutto il reale spessore dell'opera, prova ne sia il fatto che uno dei fratelli Peiretti, Marino, ha studiato anzitutto chitarra jazz, e si suppone non essere quindi un novellino in ambito musicale.

Certo, volendo esser pignolo, dovrei ammetter che l'eccessiva durata totale e di alcuni brani (tutti, meno uno, oltre i 5 minuti), possono magari rendere prolisso il lavoro a discapito di un'ottimale messa a fuoco, ed ammetto anche che le note stampa fornitemi dall'etichetta del gruppo mi hanno aiutato ad "entrare" nell'album, che, oltretutto, non investe sonorità da me enormemente apprezzate. Ma quando qualcosa c'è, lo si sente eccome, aldilà dei gusti (e limiti) personali.

L'idea di base è quella del contrasto fra positività, intesa come melodia e tranquillità, e negatività, ossia le ritmiche jungle, l'ansia; piacciono, in particolare, le manipolazioni/improvvisazioni dei suoni in diretta, come in Anestetico, o anche Polaroid keep the city (nelle intenzioni degli autori un viaggio, con campioni di suoni di un treno in movimento) o infine i toni da inseguimento noir-poliziesco di Shock sulla Scena, presente in due versioni.

Non entreranno, queste vacanze nell'universo, fra le pietre miliari del drum'n'bass, ma si fanno ascoltare piacevolmente, anche da chi non è dotato di orecchie particolarmente avvezze a simili sonorità: un ennesimo plauso quindi alla lungimiranza della sempre attenta della Fridge records, capace di dar voce a una realtà che - lontana forse da qualsivoglia riscontro di massa in termini di vendite - merita certamente tutta la nostra stima ed attenzione.

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