Viaggio assurdo a caduta libera verso il mondo dei matti, creature bizzare, aneddoti strani: ne uscirete sicuramente con qualche rotella in meno ma più allegri che mai
"Parrucche" è un trip assurdo e bizzarro, divertente e completamente fuori di testa. Brani di breve durata (si sfiorano quasi mai i due minuti), tirati e agilissimi, che fanno scatenare senza un perché apparente, testi al limite del nonsense ma che divertono: una dimensione ludica costante. Per cercare di rendere l'idea, ascoltate "Salmone", che si fa subito spazio decisa con un bel tiro dritto che viaggia su derive indie rock di chitarre croccanti, "Bolle" con i suoi suoni da cheerliding psicotico o "Siluro", un caos fra batteria cadenzata, chitarre sguittanti e liriche spiazzanti - "finchè cavalchi il dorso di un orso non è il viaggio che fa per te", per dire. E continua a risultarmi impossibile star ferma sui ritmi impazziti di "Prospettiva", che alterna accordi più lineari ad attitudini quasi punk e strofe veloci fatte di metriche impazzite, ma ci sono anche episodi di cui avrei fatto volentieri a meno ("Brillantini", la title track "Parrucche" e "Calabrone"). I testi sconclusionati e il sound scalpitante poi si legano alla perfezione in maniera quasi surreale, provare per credere "Barlume", le più funk "Coniglio" e "Gozzano".
Insomma, in questo viaggio assurdo a caduta libera verso il mondo dei matti, troverete creature di ogni genere e aneddoti veramente bizzarri, ne uscirete sicuramente con qualche rotella in meno ma, senza dubbio, più allegri e scanzonati e sì, abbiamo bisogno, decisamente, anche di questo.
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La recensione Parrucche di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2014-06-06 00:00:00
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