Il crossover mondiale sembra ormai aver trovato un polo di attrazione gravitazionale talmente forte da far convergere nello stesso punto qualsiasi sua esternazione artistica. Una situazione di stallo che bagna le polveri di tutti coloro convinti di poter esplodere il proprio vigore artistico, dimenandosi, come da manuale, tra grugniti, melodie, emo-gorgheggi, distorsioni, cambi di ritmo e gingilli elettronici.
Questo immobilismo derivativo diventa ancor più critico quando il tentativo di americanstylizzarsi proviene da musicisti nostrani, spesso ridotti a copia mal riuscita delle copie ben riuscite. Non certo una regola, ma una tendenza al fallimento che disegna un fastidioso trend negativo, da cui solo in rari casi si riesce a deviare: i T-Clan, forse, lo fanno. Nessun miracolo, nessuna novità, ma un'attitudine fresca e credibile, che consente loro di convogliare qualche buona sensazione in un orecchio ormai assuefatto a certe sonorità.
Questa formazione conosce a menadito il genere e, di certo, non cerca l'innovazione come modalità espressiva, eppure la genuina passione con cui impugna gli strumenti e la spontaneità con cui ripercorre il terreno gia battuto da idoli come Rage Against The Machine, Deftones e Korn, rende gradevoli e dignitosi i tre brani contenuti in questa breve dimostrazione.
Dieci minuti di rap, funky, metal, rock, emo, varie ed eventuali... che nulla aggiungono a quanto gia detto da altri, ma lo ripetono con gusto e senza spocchia, convincendoci del fatto che i T-Clan hanno una ragione valida per continuare a gettare impeto in quello che fanno: sono bravi.
Pur senza impegno, e' il caso che gli amanti del genere provino a dargli uno sguardo, non si sa mai...
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La recensione s/t di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2003-03-10 00:00:00
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