Ep sintonizzato musicalmente su tutto l'universo wonky/broken beat di oggi. Finalmente qualcosa di diverso.
Più cose musicali in questa direzione, grazie. Non ne posso più di tutte queste pseudo-cantanti con quella vocalità ritrita, quegli arrangiamenti stanchi, quei nomi da aurea mediocritas (che di aureo avranno solo il portafogli, e vorrei vedere anche quanto), quelle dinamiche di marketing da archeologia capitalista. Prendete una ragazza dotata, come è il caso di Kae, e diobonino mettetela in mano a produttori musicali sintonizzati sull'oggi. Magari domani non staremo tutti lì a cantare come ancora facciamo capolavori come “Se telefonando”, ma almeno ci saremo ascoltati qualcosa di diverso. Il risultato dipenderà molto dagli elementi in gioco: ad esempio nell'Ep di Kae, che è sintonizzato musicalmente su tutto l'universo wonky/broken beat di oggi, soprattutto in direzione Stones Throw(il riferimento immediato è Georgia Ann Muldrow), ha delle vere punte nella produzioni di Digi G'Alessio, Troubled Minds Cabin Crew (sempre roba di Digi) e Colossius. E viene pure ben rinforzato dal remix di “Spark” di 2000. Ma ha anche i suoi cali dove la maniera, che è il dark side of the moon del genere (di qualsiasi), cede il posto alla creatività: vedi la produzione di Sir Froderick e i remix di Mister Bilal e Sven Atterton, quest'ultimo nonostante le belle screziature di sax. Ma in ogni caso: avanti tutta e più cose musicali in questa direzione, grazie.
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La recensione Five parts of the soul di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2013-11-05 00:00:00
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