Afro-beat, funk e fiati jazz: preparatevi a ballare
Afro-beat, funk, suoni del Maghreb o di Cuba: la musica che propongono i Voodoo Sound Club è una fusione di tradizioni, riti e note. Con testi che parlano di impegno civile, razzismo, rivoluzioni. Guidati dal sassofonista e clarinettista bolognese Guglielmo Pagnozzi, che ha collaborato con gente come Enrico Rava e Roy Paci, in questo disco i VSC si sono fatti accompagnare dalla Banda Comunale di Russi, vicino Ravenna.
La band viene dal jazz e in pezzi come "Erzulie", si sente: i fiati si perdono spesso in parti "free" mentre in sottofondo va in onda quell'incontro con il Sud del mondo, che fa muovere il sedere. Più urbano (e americano e funk), invece, il sax di "Obatala" e "Elettra". L'afro-beat alla Fela Kuti c'è soprattutto in apertura, con pezzi come "Mamy Wata", canzone che dà il titolo al disco, e "Couper Decaler", con la giusta atmosfera un po' retro. L'animismo e il clima voodoo, che non potevano mancare, sono protagonisti in "Shango", mentre la musica gnawa (quella del sud del Marocco) caratterizza il primo dei due brani in arabo, "Strange Fruit/Salamou Aleikoum. L'altro, "Ya Sudani", chiude il lavoro con una bella miscela funky-afro, addolcita dalla voce del cantante marocchino Reda Zine. Un pezzo intenso, non solo musicalmente: il testo parla delle scorie nucleari seppellite nel deserto del Sahara.
Un esperimento interessante, quello dei Voodoo Sound Club. Alcuni mix sono davvero affascinanti, altri forse sono un po' diluiti in brani lunghi, cosa che oggi rende spesso difficile catturare l'attenzione dell'ascoltatore medio. Ma per chi è in cerca di passione e sudore, non è affatto un problema. Meritano una "visita" anche dal vivo, oltre che su disco: certi ritmi vanno sentiti live e vissuti. E sono da consigliare a chi ama i fiati e pensa che la musica sia anche un po' magia.
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La recensione Mamy Wata di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2014-03-05 00:00:00
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