Emis Killa Mercurio 2013 - Rap

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Ci sono canzoni V.M 14, e canzoni più mature. Ci sono belle rime, metrica che ti entra in testa, bella voce e faccia tosta. Tutti gli Emis Killa possibili.

Emis Killa ci è sempre piaciuto, dai tempi di “Keta Music”. Quando lo abbiamo chiamato al MI AMI nel 2011, non aveva nemmeno dieci canzoni in scaletta; ora nella sua discografia ci sono due album ufficiali (di cui uno di platino, “L'erba cattiva”) e quattro dischi, tra street album e mixtape. Eppure ultimamente si è un po' prevenuti e scettici quando esce un disco hip hop/rap, vista un po' la piega da festa delle medie che sta prendendo questo genere in Italia. E in effetti il disco per una parte è così: vietato ai maggiori di anni 14. Ma le canzoni sono tante e da “Mercurio” viene fuori un personaggio maturo e che nel tempo non ha perso le doti che lo hanno reso grande, belle rime, metrica che ti entra in testa, bella voce e faccia tosta.

“Mercurio” è un bel disco, variegato e intenso, impreziosito da produzioni doc, basi e direzione artistica di Big Fish e gli arrangiamenti di Marco Zangirolami. È tutta sua “Lettere dall'inferno”; è bellissima, ascoltandola t'immagini scene di film e le parole di Emis sono profonde; cuore in mano e bello stile. Dentro “Mercurio” ci sono tutti gli Emis Killa possibili.

Ci sono quindi le canzoni puramente autocelebrative, come “Wow”, primo singolo lanciato, che è piaciuto da morire, in radio, su youtube, ovunque. Con i soci di sempre, G. Soave & Duellz celebra la Blocco Recordz, famiglia e punto di partenza di Killa: esagerati, divertenti. Segue questa scia “MB45” (ho letto che l'ha cantata a San Siro prima di Milan-Udinese), un'intera canzone dedicata a Mario Balotelli e Emis Killa, “definito il Balotelli del rap italiano”. Sono i nuovi idoli moderni, e come tali molto amati e molto odiati.
Con il mito evergreen J.Ax invece racconta la storia del rapper-ribelle tutto tatuato che va a conoscere i genitori della fidanzata che lo credono un produttore di caffè a Saint Tropez.

C'è anche tanto amore in questo disco, per una donna, per il fratello, per se stesso. In “Groupie Love”, canzone di uno dei primi street album, alle ragazze diceva “nel prossimo disco metto anche un pezzo d'amore, ve lo prometto”. Con “Mercurio” credo abbia mantenuto quella promessa. Le canzoni d'amore ci sono, e anche i sentimenti più intimi di Emis: “Fratelli a metà”, base bellissima, parole intimissime. Ma anche “Gli stessi di sempre” e “Soli (assieme)”, romantico; Killa canta bene e quasi potrebbe portarla a Sanremo.
“Mercurio” ti regala momenti spensierati e momenti più profondi, a volte anche cupi; sicuramente quelli che sembrano più veri. Forse ce n'era bisogno, forse lui ne aveva bisogno, magari per attirare un nuovo pubblico, più maturo, senza però perdere per strada nessuno.

E così, come da copione, non mancano i featuring famosi, un po' déjà vu, forse un po' prevedibili. O almeno, se conosci i personaggi puoi indovinare chi farà il featuring anche solo ascoltando l'intro della canzone o leggendo il titolo. Skin è grandissima e bellissima, sicuramente dà alle canzoni un tono speciale, ma non si sposta da lì. “Essere umano” è una canzone molto bella e avrebbe funzionato anche senza featuring, esattamente come la title track “Mercurio”. Killa è bravo, è malleabile, come se si adattasse ai suoi ospiti; con Salmo raddrizza il tiro, si mette un po' la maschera anche lui: “Vietnam Flow” è una delle canzoni più potenti del disco. E Salmo è potente davvero. L'esplosione di malinconia è tutta con Max Pezzali che rivive un altro grande momento della sua carriera, tutti lo vogliono, tutti lo cercano. Inconfondibile nel ritornello di “La testa vuota”, in tutto e per tutto una canzone degli 883. Le parole nostalgiche di Emis ci stanno bene, ma fa riflettere e un po' sorridere il suo rimpiangere (…di già?) i tempi andati in cui si era ragazzini spensierati. (lui è del 1989, NdA)

Emis Killa è cambiato molto attraverso questi sei album, e anche “L'erba cattiva” e “Mercurio” sono molto diversi tra loro, anche se non sono passati nemmeno due anni tra le uscite dei due dischi. Killa è cresciuto, e le copertine dei suoi dischi sono una bella panoramica dei suoi cambiamenti, fisici e musicali. Ma lo stile resta quello lì, quello che ci è piaciuto da subito e che continua a piacere; quello che si ritrova in “Va bene”, una delle canzoni che preferisco del disco. Probabilmente è vero quel che dice in “Straight rydah”, “segno una generazione come gli 883”, così come è innegabile che Emis Killa è made in Italy, proprio come Balotelli: i nuovi idoli moderni Italiani, che piaccia o no.

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La recensione Mercurio di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2013-11-15 00:00:00

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