Tre tracce in un EP per chiudere l'ottimo anno dei Bachi da Pietra
“Festivalbug”, la parte sensuale dell'hard rock da cento chili di “Quintale”, chiude l'anno di grazia e il tour dei Bachi da Pietra. Dalle sessioni di registrazione che hanno dato vita alla discesa agli inferi di “Paolo il Tarlo”, “Coleotteri”, da Haiti ad Antibes, nel pieno del mediterraneo, le prime due tracce ci riportano al sound più blues dei primitivi Bachi, una pulsazione sudata, costruita su poche cellule ritmiche e riff-mantra.
Succi sussurra storie di ordinari (folli) incontri tra italiani all'estero, macchiette stereotipate da commedia all'italiana, e gioca con i cori nel claustrofobico finale elettronico di “Tito Balestra”.
Ritrae una figura di donna sexy e antica, in un funambolico gioco di associazioni deliranti di parole, mentre la trama sonora si infittisce di hook psichedelici di armonica, in “Madalena”.
“Baratto resoconto esatto” è il rendiconto che i Bachi presentano dopo la proposta di scambiare a baratto@bachidapietra.com con beni e servizi le tracce del disco. Ne viene fuori un variegato mondo di ascoltatori, dall'ingegnere al farmacista, la baby sitter, il ragioniere e poi gli ascoltatori più italiani: quelli che amano il cibo. Proposte di pranzi in terrazza, pizze e buon vino. Non si vive di sola stima, dicono in quel pezzo, ma i Bachi se la meritano tutta.
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La recensione Festivalbug di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2013-12-09 00:00:00
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