“Altro che Caterina Caselli, altro che Manuel Agnelli, altro che Mara Maionchi, io sono fuori moda e me ne vanto”.
A dire la verità le canzoni di Bellassai potrebbero anche non dispiacere a una Caselli o una Maionchi, visto l'alto tasso di orecchiabilità, e poi non sono nemmeno tanto fuori moda. Trattasi infatti di classico cantautorato leggero, ironico e malinconico, molto scuola romana (anche se Matteo Bellassai è di Torino - o forse a far pensare a Roma è una certa somiglianza vocale con Daniele Silvestri), con le storie di gente comune trattate con delicatezza (il Pino di “Un cavaliere” è un bel personaggio, popolare senza stereotipi) e un tocco surreale (“Mia cara Lisa (che fai la dog-sitter)” riesce a trovare un punto di vista originale – impresa titanica, direi – sul precariato), arrangiamenti essenziali e funzionali e interpretazione rilassata.
Insomma, se Bellassai fosse un vestito non sarebbe un capo all'ultima moda, ma un casual sempre portabile.
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