Lou Tapage Finisterre 2013 - Rock, Folk, Etnico

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Occitani e fieri. I Lou Tapage, frastuono doc che sa di Francia e Irlanda.

La fierezza occitana, il good crack irlandese, il rock’n’roll che ti salva la vita sempre e comunque. Il suono dei Lou Tapage (frastuono, tradotto dall’occitano-provenzale) ha il sapore del whiskey e della libertà, regala salti da pogo, violini, cornamuse, chitarre all’occorrenza cattive. “Finisterre”, ovvero la metafora del mondo che finisce, della vita nuova, della rinascita e non dell’annus horribilis in decade malefica in quota C.S.I.: è musica che ti prende e ti trascina via da qualche parte, ad Avignone, Marsiglia, Nizza, Parigi. Perché la Francia è celtica e va sottolineato con dovizia di particolari, anche prendendo in prestito la lingua che si parla da quelle parti, come nella stranamente delicata “L’inconnu de limoise” (piccolo appunto: la pronuncia è quantomeno perfettibile...).

Per il resto la band piemontese strapazza alla stragrande un combat-folk orfano di testi incazzosi, ibrida pub-rock, giga e cantautorato, mette assieme riffoni potenti e atmosfere che renderebbero felice l’intera categoria dei bardi. Tradizione e modernità nello stesso frastuono (appunto), canzoni orecchiabili e potenzialmente mainstream (“Il ne reviendra pas”) che rendono “Finisterre” un disco godibile e divertente, da ascoltare, se possibile, a volume sostenuto. E se il sogno di esibirsi il primo maggio in piazza San Giovanni a Roma è svanito, non è escluso che un giorno si possa puntare sul Festival Interceltico di Lorient. Beh, certo, sarebbe tutta un’altra cosa. E tutto un altro sogno.

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La recensione Finisterre di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2014-05-30 00:00:00

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