Ai lettori più assidui di Moccia e agli ascoltatori più irriducibili di Meneguzzi, Scanu & sodali consigliamo vivamente il debutto di Andrea Gregori
Non si può certo dire che il buon Andrea Gregori, ex cantante dei Godiva, sia un amante delle dissonanze musicali o dell’azzardo lirico: una copertina piaciona e via, verso gli orizzonti più mielosi e stantii di certa musica leggera all’italiana che fu, e che neanche qualche provvidenziale merletto elettronico, sparso qua e là, riesce a ricacciare nel meritato oblio eterno.
Ben vengano l’intimismo, gli struggimenti d’amore, la straordinaria bellezza della quotidianità e tutto l’ambaradan di ricordi che ci riempiono la vita, d’accordo, ma raccontarli col peggior piglio sanremese del Sandro Giacobbe di “Oggi piove” (l’estate che va e viene, gli amici che invecchiano bla bla bla…) o con quello adolescenziale del Federico Moccia di “Centro commerciale” (“son quelle cose che rendono speciale il nostro amore / gigante come un centro commerciale / da vivere ogni istante insieme a te”) ci fa rimpiangere all’istante di essere stati giovani; se a ciò aggiungiamo, nell’ordine, il diabete melodico di scuola Di Cataldo / Scanu / Vallesi – costantemente in agguato tra le strofe di “Se guardo te” (“io guardo te come un bambino nascosto dietro l’angolo”) o ”L’amore che ti fa ancora paura” (“e senza un perché il mondo appare splendido e un vecchio ti sorride camminando”) – la ruffianissima “M’innamoro”, che nella Castrocaro anni ’80 avrebbe fatto fuochi d’artificio, e il tuffettino sbarazzino negli anni ’70 di “Scivola”, non ci resta che ripiegare mestamente sui tre brani meno indigesti del lotto: l’electro-sarcasmo di “Colpa della discografia” e l’accoppiata “L’occasione per sbagliare” / “Guerriero di carta”, più vicine alla sensibilità musicale di Niccolò Fabi.
Non me ne vogliate, ma di questi tempi, in Italia, un Paolo Meneguzzi già basta e avanza.
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La recensione L'essenza delle cose di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2014-03-21 00:00:00
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