MYR DAYS OF CONVERGENCE 2013 - Progressive, Metal, Post-Rock

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Sfumature alternative per un progressive-metal dalle atmosfere sinistre.

"Days of convergence", opera prima dei MYR, è un album progressive-metal “impuro” che abbraccia trash e post-rock. Le musiche sono accuratamente strumentate e in anomalia con le tendenze tipiche del genere, l’alto spessore tecnico dei componenti, seppur sempre percepibile, non è osannato in spirali edonistiche fine a se stesse, viene piuttosto centellinato a piccole dosi, curando con attenzione l’entrata in scena e il ruolo di ogni singolo elemento, voce compresa. Contenuti che vengono esaltati anche grazie all’eccellente qualità di masterizzazione eseguita ai Marcussen Mastering di Los Angeles.

Quasi tutti i brani dell’album sono legati da un filone comune che si ripete: lunghe traversate in atmosfere sommesse, sinistre e minacciose in stile Tool, provocano una sensazione di apnea nell’ascoltatore, rimanendo in attesa del liberatorio e vitale scontro con muri elettrici di suono che ridanno carica ed ossigeno nel proseguire con interesse l’ascolto.

La scelta di tracce in media piuttosto lunghe, rischia a volte di far rimanere il brano invischiato nelle stesse atmosfere create, che a parte mormorii di basso e un cantato timbricamente penetrante, risultano spesso un po’ statiche ("Land art", "Diva") andando a consumare il tempo senza dare un qualcosa in più e rasentando in alcuni casi la noia; altre volte, invece, proprio grazie alla lunga durata dei pezzi, si riesce a godere pienamente delle evoluzioni stilistiche all'interno di trame musicali ben progettate ("Connections", "Apprentice"). Il brano più incisivo dell’album risulta "Filler", che sposta il baricentro musicale verso un machismo di derivazione trash-metal, con frequenti scariche chitarristiche alternate a pause immerse in un mood elettronico.

Album d’esordio che mostra interessanti spunti innovativi rispetto il classico prog-metal, nel quale però, le indubbie potenzialità, non sembrano aver trovato ancora il giusto assetto stilistico, manca un canale di sfogo preciso, che lascia come una insoddisfazione alla fine dell’ascolto, e la chiara sensazione di poter pretendere molto di più da questo progetto musicale. C’è ancora da lavorare in questo senso, mettendo a fuoco gli obiettivi ed alzando l’asticella della forma più che della sostanza, perché quest'ultima certamente non manca.

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La recensione DAYS OF CONVERGENCE di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2014-12-01 00:00:00

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