Per quanto sul proscenio lirico di “Momento” si sviluppino storie d’amore, sesso, disagio e altri turbamenti giovanili di varia natura è comunque uno stato di perdurante delicatezza allo stato liquido a permearne ogni suo interstizio sonoro. Il duo capitolino dei Policrom – Giuseppe Donatiello alla voce e synth, Gianluca Errico alla chitarra e campionatori – dispensa sei istantanee elettroniche per altrettanti spasmi notturni di una Roma fluttuante e sfuocata, nella fattispecie una sorta di non-luogo raccontato attraverso le parole e i sentimenti dei suoi periferici giovani protagonisti: una garbata elettronica umorale, la loro, profondamente imparentata con la parte più alternativa di certa musica leggera italiana degli anni ‘00.
Un’amniotica cartolina in 3D, intrisa di romanticismo distorto, dove occhi attenti potranno scorgere nitidamente tanto dei Tiromancino in overdose di synth (“Brezza” e “Breath hunting”) quanto dei Bluvertigo autorevolmente dissotterrati dalla polvere (“Doppio legame”) piuttosto che un Luca Urbani in vesti ben più lisergiche del solito (“Se non fossi me”); se, infine, la bella “Il gabbiano” parla lo stesso linguaggio del primo Gazzè la strumentale “Preghiera”, con le sue ipnotiche cifrature I.D.M, custodisce lo scarabocchio sonico più alienante del lotto.
Fottutamente giovani, raffinatamente dannati e romanticamente borderline.
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