Un'operazione sentita e condivisibile, in cui convivono brani molto belli e altri meno appetitosi
Intorno al 2000, quando realizzai che la mia vita in qualche modo sarebbe stata legata alla musica, insistetti moltissimo affinché i miei genitori acquistassero un pc con il masterizzatore. Credevo che i vinili fossero roba da anziani e il cd originale era un oggetto mistico che potevo permettermi a Natale se e solo se la nonna avesse sganciato i contanti. Moltissimi dei dischi caldi che uscivano da quel masterizzatore erano compilation da me ideate e curate, che raccoglievano in maniera abbastanza disordinata ma accoratamente onesta tutti i gruppi che in quel periodo mi piacevano, le conservo tutte e le riguardo con un certo orgoglio (su qualche titolo, con un certo imbarazzo).
“Viscere vol. II” mi ricorda quel periodo lì. Si tratta di (cito dal comunicato) “band che suonano con la pancia piena di farfalle. Suoni lancinanti e/o pesanti. Un po' di pathos, un po' di rabbia. Le viscere appunto, vanno messe in mostra, non per narcisismo ma per pura esigenza espressiva. Il tutto sempre con molta sincerità.” Ideata dal collettivo Viscere e promossa dalla Stop! Records, disponibile in free download da oggi qui.
Così come guardo oggi con un certo imbarazzo ad alcune cose che finivano nelle mie compilation di quasi quindici anni fa, anche il risultato della compilation di Viscere è altalenante. Tutti i brani sono anticipazioni o ripescaggi di vecchie takes, incursioni, collaborazioni, brani rinchiusi nei cassetti o scartati da lavorazioni di album, insomma, una vera e propria raccolta di b-sides, alcune chicche, altre da rimandare nel cassetto.
Si apre con uno strano brano degli Action Dead Mouse con Jacopo Lietti (FBYC), un brano dal sapore emo su cui spicca un inedito arco, ma un po' pasticciato e che si lascia dimenticare facilmente; segue lo strumentale “Giuno” dei Chester Polio, brano nel complesso gradevole ma un po' stanco. Da “Tra luci e tenebre” degli Albedo personalmente traggo una lezione importante: si tratta di un brano del 2007 e sembra di ascoltare la band all'assemblea d'istituto del liceo, così capisco che devo andarci più leggera nello stroncare le band giovanissime, ché dal letame possono nascere dei fiori bellissimi.
Bel brano sing-along per gli unminutodisilenzio accompagnati da Alessandro Morini (Mary in June), mentre nella parte centrale della compilation si copre tutta la fascia di un rock più propriamente detto con Tutte le cose inutili e Nadàr Solo, che riconfermano con “Sveglia all'alba” lo stato di grazia assoluta in cui si trovano. Gli Altro donano alla causa una versione di “Minuto” pianoforte fuori tempo e voce stonata, probabilmente il momento più punk, insieme a un Havah sempre più disperatamente lo-fi.
La compilation si chiude con “Antenati” de L'amo, ma lascio volutamente per ultimi quelli che secondo me sono i brani più riusciti e veramente succulenti della compilation: “The city” di Urali, dalle atmosfere delicate e toccanti, un pezzo meraviglioso nella sua essenzialità di voce e chitarra dai timbri contrastanti eppure straordinariamente efficaci (e che regala un momento magico nel finale in cui la chitarra si spoglia degli effetti); stesso discorso per “Open books” dei Girless & The Orphan, che si riconfermano ottimi compositori di melodie, e “Oregon Tashkent” dei Montezuma, un lungo strumentale con vette prog, che mostra una band con una solidità invidiabile.
Per tirare le somme, in “Viscere vol. II” l'intenzione si sente ed è del tutto condivisibile, però mostra poco di nuovo delle band che già conosciamo e spesso propone pezzi che non sono i migliori delle produzioni. Accanto a queste defiance convivono brani molto belli, però viene da chiedersi se ogni tanto non si sacrifichi la qualità in nome della necessità di inediti. In ogni caso, le compilation servono anche a questo: scoprire, riconfermare, e come in questo caso, mostrare anche dei punti deboli.
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La recensione Viscere (vol. II) di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2013-11-29 00:00:00
COMMENTI (1)
Sbem, figata!