Max Gelsi, Silvia Smaniotto e Gianluca Ballarini sono parti integranti dell’entourage di Elisa e nel tempo hanno ricoperto ruoli non secondari all’interno dei suoi lavori. I tre ora possono vantare un altro elemento in comune: aver dato una mano molto più che concreta (leggasi produzione artistica, cori ed edizione) al Cirque des Rếves nel loro fatale appuntamento con il disco d’esordio. E se non avessimo dato un’occhiata ai credits, il sospetto ci avrebbe comunque assalito sin dal primo ascolto. Perché l’Ep della band napoletana dipende in modo indiscutibile dalla cantante friulana e dalla sua estetica. È sufficiente un ascolto sia pur distratto dei sei pezzi contenuti nel dischetto, e la voce di Lisa Starnini è particolarmente significativa al riguardo, per averne conferma. Poi che il tentativo di coniugare la tradizione celtica con quella mediterranea sia fondamentalmente onesto è indubbio, che un paio di pezzi posseggano un fascino particolare (come le delicate “Magie” e “Cahier des rếves”) è pacifico, tutto il resto però osa poco, suona come già sentito e poco personale. E a chiudere il cerchio c’è una “Lully” che definire bruttina è quasi un complimento.
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