Il disco solista di Jake La Furia era nell'aria e chi, come me, lo aspettava, ci ha riposto anche grandi aspettative. Perché Jake La Furia è uno degli MC migliori in circolazione da più di dieci anni; i suoi featuring in giro nei dischi di amici, soci e colleghi sono sempre ben piazzati e alcune delle rime e delle strofe più belle dei Club Dogo sono sue. Inoltre anche sul palco è uno dei migliori, e io credo che sia fondamentale, che le canzoni, (e anche i cantanti) vanno ascoltate dal vivo per capire se sono valide davvero.
Forse anche per questo, cosciente delle aspettative che c'erano sul suo disco e anche delle possibili critiche che gli sarebbero arrivate, Jake La Furia ha giocato d'anticipo e ha fatto uscire come prima canzone dell'album proprio la title track, "Musica Commerciale". Le anticipa lui stesso quelle critiche; polemico e ironico tappa la bocca a tutti dicendo che la sua musica è sì commerciale e lui è un pagliaccio, come nella copertina del disco. In realtà “Musica Commerciale”, l'album intero, ma soprattutto il pezzo, non è commerciale affatto, se per commerciale si intende la definizione del dizionario che di solito si usa per la musica in Italia: "prodotto per vasta vendita e con poca qualità". Il disco di Jake La Furia invece è importante e se conosci un po' la sua storia e le rime della sua carriera, puoi affermare che è proprio il suo disco. Ci ha messo dentro tutto, le sue anime, i suoi amori e le sue passioni, le denunce e le prese per il culo, l'autocelebrarsi, sempre a modo suo, gli amici e i soci, ed è crudo, diretto e profondo, come è sempre stato.
Forse il disco è solo un po' lungo, sono quindici canzoni più altre sei nella versione deluxe, tra inediti e remix; aveva tante cose da dire, è evidente, ma forse una scrematurina sui alcuni pezzi più easy la poteva fare. L'unica cosa di commerciale, nel senso di vasta vendita e vasti ascolti, mi sembrano i due tributi, chiamiamoli così, a Max Pezzali e Jovanotti, i prezzemolini della musica italiana in questo 2013. "Gli anni d'oro" (di Jake La Furia) è un pezzo molto bello, malinconico ma divertente; in questa versione è la storia di Jake raccontata alla Jake; è vero, sono i suoi di anni d'oro, e le sue strofe sono quasi commoventi, ma la canzone è sempre quella e chi l'ascolta da quando è uscita, quasi vent'anni fa, e l'ha risentita in tutte le salse e in tutti i modi, come dire, non ne può più. Sta di fatto che il pezzo ha preso tutti, anche gli intenditori, e non si tiene più il conto delle views che il video ha fatto su Youtube.
Sarà così sicuramente anche per il video di "Proprio come lei", pezzo ispirato a "La mia moto" di Jovanotti. È così bello quello che dicono Jake e J.Ax, tanto che fa gasare e anche un po' sorridere persino i motociclisti che non hanno l'Harley come loro, ma la moto da strada (e sono presi abbastanza per il culo nella canzone). Una dichiarazione d'amore a una delle sue passioni più grandi: lui le moto le mette insieme, poteva fare a meno di tirare in mezzo Jovanotti per mettere insieme questa canzone. Bastava Ax. Perchè per forza anche e ancora Jova? Forse perchè anche lui ha il nome che inizia con la J.
Le canzoni più belle di Jake La Furia sono quelle più esplicite, intense, dure e crude, come nella tradizione un po' hardcore di Jake. Sono schiaffoni in faccia, ma c'è anche qualche morbida carezza, che anche lui è romantico a modo suo. "Come un serpente" è l'altra dichiarazione d'amore alla sua altra grande passione, i serpenti, ormai lo sanno tutti. Mi piace come ha messo insieme le donne e i serpenti.
Uno dei pezzi più intensi per musica e parole è "Ninna nanna". Bellissime le rime, bellissimo il finale della canzone, anche se molto forte ed esplicito. Con la produzione di Da Beat Freakz, Jake ci fa ascoltare stralci di radiogiornali o telegiornali che raccontano la cronaca quotidiana: il numero di italiani morti in Afghanistan, Stefano Cucchi dichiarato morto di fame e di sete, bambini che lanciano granate, bambini abusati, torture, violenze. Fa venire i brividi, e anche qualche lacrima. Esattamente come il video di "Inno Nazionale", censurato dopo dieci minuti dalla messa on line e ora scaricabile solo dal sito di Jake proprio perchè troppo violento e dai contenuti troppo espliciti. Ma è gran parte della realtà, orrenda, di questo paese. E a proposito, "Inno Nazionale" è veramente l'inno nazionale di questa Italia. Ascoltare bene per credere.
"Fino a sanguinare" e "Più forte" ti entrano subito in testa e sono in perfetto stile Jake La Furia, come in perfetto stile Jake è anche il coretto dei bambini all'inizio di "Bella vita (Falla finita)" che cantano “cinque, sei e sette, zio mi autografi le tette?”. Onestamente fa un po' strano sentito dire dai bambini, ma la canzone è divertente, easy, e comunque particolare. No commerciale.
Il disco di Jake è quindi è un'altalena tra leggerezza e cazzate, impegno, denunce e sentimenti raccontati. È un po' rap, un po' pop, un po' hardcore. È impegnativo se lo vuoi ascoltare bene. Anche le musiche, i beat e i ritmi sono impegnativi, alcuni veramente potentissimi, che vorresti sentirli senza le parole. 2nd Roof e Don Joe hanno curato la maggior parte della produzione dei brani; Don Joe è ormai inconfondibile, una garanzia.
Ovviamente le canzoni che smorzano un po' la tensione, sia per musica che per contenuti sono quelle più autocelebrative, dove ci sono in pratica tutti gli altri featuring del disco. Come "Vivo o morto" con Salmo e Zuli (ma il migliore resta Jake) o "Brutte abitudini": con Emis Killa e la produzione di Reset!, raccontano la verità più vera e cioè che sono le loro brutte abitudini quello che veramente piace a gran parte dei loro fan. "Esercizio di stile" con Gué Pequeno e Marracash è un po' il pezzo "Ciao Proprio" tre anni dopo. Loro tre insieme sono sempre potentissimi, una garanzia anche loro.
Quando è uscito questo disco, a ottobre, un fratello che ne sa mi ha mandato un sms: "Sentiti il disco di Jake La Furia, ci sono cose buone. Ti piacerà". Vero, vi rimbalzo il messaggio del mio fratello.
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