Remorse
Buone nuove dal male 2014 - Rock, Alternativo

Buone nuove dal male

Band punk-HC nata nel '94 che oggi si cimenta con il crossover e il nu metal

I Remorse non sono dei giovincelli scapestrati che non sanno quel che fanno, hanno un'esperienza ventennale alle loro spalle e un cammino musicale tutt'altro che quieto: dai numerosissimi palchi su cui si sono esibiti in Italia ed oltralpe, ai cambiamenti di formazione nel corso del tempo, fino alla svolta di genere e di lingua. I mutamenti ci predispongono da sempre a nuove sfide, a volte si rendono necessari, a volte sono solo una strategia, ma in ogni caso dissociarsi da alcune fedi o atteggiamenti che non ci appartengono più non significa per forza di cose dimenticare chi si è, o da dove si viene.

“Buone nuove dal male” è la quintessenza dell'avvenuta trasformazione di stile ad opera dei tre che ad oggi formano la band, un lavoro forgiato a partire dall'album che lo ha preceduto nel 2009, “Commutarte”, piuttosto che dalle loro precedenti produzioni. Come dire che l'hardcore è storia vecchia, restiamo hard ma suoniamo rock. Così al primo play l'intro arpeggiato di “Alcolego” mette in mostra la nuova pelle del gruppo, mentre poco dopo il ritornello in un'esplosione di cantato e strumenti ricorda quanto è importante conservare intatto il proprio cuore. Nel pezzo successivo, “Bianca”, una notevole prova di voce rivela la somiglianza lampante tra il timbro vocale di Daniele e quello di Piero Pelù, entrambi puliti e profondi, corposi. Niente di quello che era è rimasto invariato, ma la parte decisiva riguarda sicuramente i generi che la band ha deciso di far propri: crossover e numetal, hardrock e qualche pretesa indierock un po' forzata. In questo nuovo contesto gruppi storici come Primus e Metallica diventano archetipi di brani come “Evasore sociale”, “Il velo nero sulle scarpe”, “La verità inferiore”.

Devolvere anche alla scena nostrana qualche rimando è di fondamentale importanza per una band che sembra aver ascoltato attentamente le sue fonti di ispirazione. Ne “Il vento lieve d'ottone” testo e sezione ritmica sovrastano la chitarra che malinconicamente apre il brano, per poi rimanere intrappolata nella rete di parole sparate in aria come proiettili. Quel che intendo dire ai Remorse, è che è proprio nei meandri in cui il testo si fa carico e teso che intravediamo una crescita fondamentale. Sono i brani come quello appena citato, come “Addestramento” e “Presente” a richiamare il panorama alternativo italiano; come “Scherno Lcd” o “Stato almeno etico” un misto sbilenco tra Litfiba degli albori e i primi Linea77. I brani presentano tutti, nell'insieme e senza escluderne nessuno, una compattezza tecnica e melodica totale; è una percezione che se da un certo punto di vista rende lodevole il risultato perché presupposto di chiarezza d'intenti e personalità, dall'altro langue e sottolinea la tendenza ad appiattirsi di alcuni pezzi che a dispetto di altri vorrebbero (o dovrebbero) innalzarsi.

I Remorse sono una realtà solida a prescindere dalla completa riuscita o meno di questo loro quinto e ultimo album, motivo per cui mi auguro che tutte le scelte prese coraggiosamente sino ad oggi vengano premiate nella dimensione live, dove tutto, si sa, sempre si trasforma.

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