Divelta
Primo gemito 2001 - Grunge

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Ben poco da dire sui Divelta tranne che non sarebbero nemmeno male se affinassero alcuni aspetti. Ad esempio i testi, che magari non saranno dei capolavori poetici, ma risultano sicuramente dignitosi per le tematiche intimiste e per lo stile a tratti delicato e a volte più energico con cui sono trattate. Sonorità e registrazione ci sembrano ben più che discrete, le canzoni ben strutturate che corrono bene dall’inizio alla fine seguendo chiaramente o l’andamento della ballad malinconica abbastanza acustica o gli stilemi del pezzo robusto e chitarroso. Infine, una curata grafica del packaging, con tanto di testi e ringraziamenti.

Non sarebbero nemmeno male i Divelta, ma il tutto appare esantemente marchiato da un’etichetta: ‘Seattle, 1991’. Troppo. In alcuni momenti, come nella pur riuscita title-track, sembra che dalle casse debba ‘necessariamente’ arrivare la voce urlante di Chris Cornell a sostituirsi a quella della cantante (la quale, sia ben chiaro, interpreta più che validamente tutti i brani, specie le ballads acustiche). In una parola, grunge storico, per essere più specifici, alla Soundgarden. Si ha come l’impressione di ascoltare dei Karma meno muscolari e non siamo nemmeno in quel filone ‘neo-grunge’ più ricco di multiformi influenze che tanto successo sta riscuotendo in questi mesi sui canali musicali radiofonici e televisivi.

È evidente quindi come sia impossibile oggi essere originali, e come è meglio fare con il cuore qualcosa che si sente proprio piuttosto che studiare a tavolino ‘il genere che tira adesso’; ma onestamente, se proprio si devono percorrere strade già aperte, sarebbe bene scegliere quelle meno battute ed essere più ‘tempestivi’.

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