Un nuovo disco degli Altro, che poi è una raccolta. Chi li conosce non potrà comunque farne a meno.
"Sparso" è il nuovo disco degli Altro, diciotto pezzi chiusi dentro quest'artwork stupendo, una ragazza che stringe a sè, tra le braccia, l'oggetto in questione. A parte un inedito e un'alternate version di un pezzo ("Chiaramente" che diventa "Che non sembri reggae") non c'è niente che non abbiate già ascoltato. Tutto il lavoro degli ultimi quattro anni, distillato sotto forma di release stagionali in 7", viene ripreso, risuonato e impilato dentro questa nuova immagine. Sembrerà strano a quei pochi che non sanno, ma chi conosce gli Altro non credo possa farne a meno.
C'è qualcosa che nel corso degli anni ha finito per legare sempre di più all'immagine del gruppo quella di un culto sotteraneo, vivido, atemporale, misteriosamente trasversale. Merito del portato di sangue, nomi, ricordi che si trascinano dietro le canzoni, dell'estetica e dell'immaginario, delle matite e delle penne di Alessandro Baronciani, di live sempre un passo avanti agli altri per intensità. In mezzo a tutto ciò, niente risalta in particolare, è piuttosto l'insieme che contribuisce a dare respiro a questi magnifici volti di donna (onnipresenti) sulle teste di Ale, Gianni e Matteo.
In "Sparso" troverete pezzi velocissimi (solo in un paio di occasioni si sfiorano i due minuti), ripide salite post-punk, chitarrismi secchi e nervosi (Andy Gill rimane dagli inizi uno dei fari), altre volte fiere di delay, serenate acustiche al fulmicotone. Chi ha passato interamente o solo in parte questi ultimi quindici anni di vita assieme agli Altro avrà l'ennesimo modo di riflettere intorno all'identità, ai significati che tengono assieme una band, al tempo che passa e su di loro sembra non lasciare traccia. Per tutti gli altri il consiglio è di accomodarsi pure e iniziare da qui.
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La recensione Sparso di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2014-03-07 00:00:00
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