Bue è pop nell’essenza, elettronico nelle sfumature e con tre pezzi fa subito centro
“Bue è il progetto pop capitanato da Bue, giovane avvocato romano, che coinvolge alcune eminenze grigie della scena underground romana”: questo si legge nella sintetica biografia della band, che concede però qualche indizio tra le righe, vedi la batteria suonata da Isidoro Galatro (Carpacho!) in “Monolocale” e il contributo, non meglio specificato, di Piermaria Chapus (MiceCars) in “Le Gite al Mare”. Ora, ciò che conta non è certo capire chi sia Bue, quanto ascoltare questo ep che aspira al massimo risultato pop, che gioca con l’elettronica leggera, quella fatta di perline e giochi fantasiosi, e che ricorda molto I Cani e i già citati Carpacho!, le costruzioni sonore pulite e perfette, il piglio catchy di ciascun brano che pare venir fuori dalle cuffie per spingerti a muovere la testa e, dico davvero, già dopo un ascolto li canticchio tutti e tre.
La spiaggia solitaria e l’andar lontano sulle onde di “Le Gite al Mare”porta dritti a Battiato, e il resto racconta in prima persona le cose piccole, i fallimenti e le velleità, e tutto è davvero geometricamente esatto, non uno spigolo che sporga, una linea non chiusa, facile e immediato ma non banale. Coprodotto, registrato e mixato da Matteo Portelli (Mamavegas), “Un Quarto di Bue” ha la capacità che è fondamentale per un ep: incuriosire e far venire voglia di ascoltare un album intero, perché è pop nell’essenza, elettronico nelle sfumature e fa subito centro, dunque aspettiamo con piacere un full length.
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La recensione Un quarto di bue di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2014-02-07 00:00:00
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