Punk strumentale, due generazioni di musica in un album d'esordio un po' troppo confuso e scazzato
La scelta di dedicarsi al punk, sviluppando un progetto interamente strumentale può suonare bizzarra, tuttavia provare ad immergersi in un concept diverso dal solito è uno dei pochi modi per cercare di tirare fuori qualcosa di realmente nuovo da una sala prove. I Sìcari, con "Pteromantik", ci provano a modo loro.
In questo loro album d'esordio, a primo impatto, si sentono la velocità e la semplicità dei Clash, l'iniezione di powerchords alla Offspring, qualcosa degli Arctic Monkeys e qualche strizzatina d'occhio a cosa va per la maggiore oggi, tipico di certo indie-rock italiano. Diversi riff del disco hanno una loro potenzialità, lo si intuisce, talvolta però sembrano quasi sprecati, invece di essere valorizzati sono un semplice tassello in più al tessuto delle strumentali. Peccato.
Un album che nasce evidentemente dalla quiete della sala prove, il risultato di lunghe ed interminabili jam sessions: le pelli lavorano in sintonia con le quattro corde del basso dando solidità alla struttura, molto spesso è appunto il basso a giocare un ruolo fondamentale nelle trame dell'album. La chitarra inventa in continuazione, a volte piace, altre no. E' poco incisiva, senza uno scopo ben preciso, poco ponderata. Gli spunti interessanti, come anticipato, ci sono, la sensazione però è che manchi lo sforzo in più per trasformare la struttura acerba dal buon potenziale in qualcosa di studiato e curato. Quasi sempre c'è un problema di fondo: manca uno sforzo che permetta alla band di approdare a qualcosa di significativo e concreto, sforzo che scema spesso nell'improvvisazione della chitarra solista, note che si chiudono in assoli un po' casuali. Un album a tratti scazzato, passatemi il temine.
Non si riesce a definire nitidamente l'idea alla base e la direzione che queste canzoni vogliono prendere. Ed è difficile immaginarle su un palco, con il pogo sotto e nessuna frase da cantare. E' un buon disco jazz punk anni 90, figlio dei Victims Family e dei NoMeansNo ma manca di tonicità, non ha ancora quella precisa convinzione del calcio in faccia dritto verso chi lo ascolta. Aspetto fiducioso i prossimi dischi.
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La recensione Pteromantik di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2014-03-04 00:00:00
COMMENTI (1)
Io sento molta influenza dai Don Caballero e il risultato mi piace molto. La forma canzone, soprattutto nel punk ha anche un po' rotto le balle :-D